sabato 2 febbraio 2013

16° Capitolo "e... arriva l'aurora" (31)


16


31)
    Il 30 luglio ledue amiche, allacciate le cinture di sicurezza sull'aereo che stava decollando,si guardarono sorridendo. Gli ultimi giorni erano stati frenetici fra il lavoroin ufficio che andava sistemato prima della chiusura ed i preparativi per lapartenza.
    Avevano tresettimane da dedicare solo al divertimento, alla distrazione ed a conoscereposti nuovi.
    Il loro gruppoera composto da venticinque persone e la capo gruppo dell’agenzia aveva fattole presentazioni in aeroporto. Sedevano tutti vicini e Giada era fra Sisa ed unragazzo. Si presentarono e l'uomo disse di chiamarsi Aldo Marcucci. Viaggiavainsieme ad un suo amico, Mauro Pichi, che occupava la poltroncina davanti allasua e chiamato, si girò e si presentò. Erano ambedue genovesi: Aldo pediatra eMauro ortopedico presso un ospedale genovese.
    Fisicamenteerano due tipi completamente diversi: Aldo moro, occhi scuri, altezza superiorealla media; Mauro biondo, occhi celesti, statura media. Erano simpatici e tuttie quattro fecero amicizia.
    Per il primoagosto dovevano essere a Capo Nord perché, avevano spiegato all’agenzia, eral'ultimo giorno in cui si vedeva il famoso sole di mezzanotte. Notizia chelasciò tutti un po' perplessi.
    Fra aereo, nave che dolcemente scivolava sui fiordicon stupendi paesaggi, colori inimitabili e silenzi indescrivibili, arrivaronoa Capo Nord.
    Vistodall'estrema punta della Norvegia a picco sul mare di Barents, il sole si feceammirare prima cadendo nell'acqua e poi riapparendo subito dopo con coloriirreali. Furono particolarmente fortunati perché molta gente era in attesa diassistere al fenomeno da parecchi giorni ma la nebbia non lo aveva permesso.
    Il viaggio eraben organizzato e tutto procedeva alla perfezione. Aldo dimostrò subito uninteresse particolare per Giada alla quale non riusciva a nascondere quantol'avesse colpito. Mauro, al contrario, era diventato l'ombra di Sisa chegradiva la sua ineccepibile compagnia. Giada invece era un po' infastiditadalla corte di Aldo perché di uomini, se non come amici, non ne voleva sentirparlare. Tutta la comitiva si era ben affiatata ed alla sera quando siriunivano in albergo cercavano sempre di organizzare qualcosa. La loro guidaera una giovane e simpaticissima ragazza milanese che conosceva queste zone amena dito in quanto ogni anno per tre mesi a fila accompagnava qui i turisti.Anche lei partecipava a balli, escursioni notturne e spuntini di mezzanotte.Alla sera, quando si coricavano, le due amiche si raccontavano le loroimpressioni fino al momento che si addormentavano di colpo.
    Visitarono lecapitali della penisola Scandinava e molto spesso Giada pensava alle visitefatte alle città del Brasile con Mattia e come era diverso il suo statod'animo. Ora era abbastanza serena, allora era felice. In tutti i modi cercavadi far capire ad Aldo che non aveva nessun’intenzione di iniziare un flirt conlui ma questi sembrava refrattario.
    Nella lorocompagnia c'era una ragazza di vent'anni che viaggiava con i genitori, duepersone oltremodo affabili, che aveva messo gli occhi su Aldo: si vedevalontano un miglio che aveva preso una cotta per lui. Giada cercava in tutti imodi di farli sedere vicino in pullman, a pranzo o dove capitava ma lui non lavedeva proprio. Le sue manovre erano però così palesi che un giorno Aldo ledisse:
    " E'evidente che mi vuoi scaricare ma sono abituato a scegliermi da solo la predae, questa, mi deve piacere molto come mi piaci tu. Ti avverto che non demordo perchého come principio il detto che 'la costanza viene sempre premiata'. "
    Giada ridendo:
    " Piccoloerrore! Io mi chiamo Giada e non Costanza ed in più quella ragazza é propriobellina."
    " Non lometto in dubbio ma io ho una passione sfrenata per le rosse, se poi sonosplendide come te mi fanno perdere la testa."
    " Aldo, émeglio che tieni cara la tua testa e ti chiarisco che in questo periodo sonoinsensibile a qualsiasi tipo di corte e, se vuoi ultimare il viaggio in miacompagnia, devi essere solo amico. Se hai altre mire cercati un'altracompagna." Ed il tono della sua voce si fece particolarmente duro.
    Aldo sembròaver capito la lezione e, pur standole sempre vicino, non disse e non fece piùnulla che potesse darle noia.
    L'ultima sera,prima del rientro in Italia, si trovavano a Copenaghen e decisero di andare avedere la Sirenetta in versione notturna. Infatti, di giorno, la statua dellasirena sullo scoglio di un canale del porto li aveva molto delusi. Avendolasempre sentita decantare si erano immaginati qualcosa di più imponente edinvece era piccola e di poco effetto.
    Presero un taxie si fecero condurre nei pressi dello scoglio. Attraversarono un giardino e lastatua, illuminata dai fari e con il riflesso dell'acqua, era un po' piùsuggestiva. Mentre Sisa e Mauro lentamente camminavano, Giada ed Aldo sisedettero vicino allo scoglio. Era una bella serata di luna piena la cui lucesi rifletteva sul canale dove navi transitavano nelle due direzioni.
    Giada eraassorta nei suoi pensieri e per la prima volta da quando si erano lasciati sichiese dove fosse Mattia in quel momento ed il solo pensare a lui le diede unafitta al cuore. Nello stesso istante Aldo le mise un braccio intorno allespalle e la sua reazione fu esagerata all'atto. Si alzò e:
    "Evidentemente non capisci niente! Vai a sfogare le tue smanie da un'altraparte: solo questo sapete fare voi uomini!"
    Corse viariprese un taxi e rientrò in albergo. Era così furiosa che si spogliò e feceuna doccia quasi gelata. Non si sentiva così dalla sera che aveva messo Mattiaalla porta e quindi tutti questi mesi di pseudo serenità erano stati soloapparenti. Fortunatamente in quell'istante entrò Sisa che abbracciandola ledisse:
    " OhGiada, so tutto. Mi dispiace e posso capire come ti senti. Aldo sembra un canebastonato perché non immaginava fino a che punto tu avessi una ferita aperta.Mi ha detto che ti voleva solo abbracciare."
    Il mattinoseguente appena scese per la colazione Aldo le si avvicinò, le baciò una manoe:
    " Nonimmaginavo di ferirti tanto. Ti chiedo scusa ma vorrei tanto restassimo amiciperché in tua compagnia ho trascorso tre splendide settimane."
    Giada glisorrise e:
    " Anch'ioti chiedo scusa per il mio comportamento e mi fa piacere continuare ad essertiamica."
    Alle prime oredel pomeriggio tutto il gruppo si recò all'aeroporto per rientrare in Italia.
    Giada seduta suuna poltroncina stava sfogliando una rivista quando si sentì osservata: alzò losguardo e notò una donna seduta poco distante che la osservava attentamente.Anche per Giada non era un viso nuovo ma forse l'aveva già incontrata duranteil viaggio. Era in compagnia di un uomo atletico che la guardava in modoadorante e le stringeva la mano come se avesse paura che gli scappasse.
    Di colpo ladonna si alzò e si diresse verso di lei e nello stesso istante Giada lariconobbe: era Luisa, la moglie di Mattia. Sorridendo dolcemente le siavvicinava e Giada non sapeva che fare. Si sentiva inchiodata a quella poltroncinaincapace di muoversi.
    " Giadavero?" chiese la donna
    Giada fece disì con la testa.
    " Forsenon ti ricordi di me, sono Luisa l'ex moglie di Mattia."
    Giada laguardava trasognata e non proferiva parola.
    "Perdonami se ti importuno" proseguì Luisa "ma volevo precisarti unacosa: quello che ti aveva raccontato Mattia era la pura verità. Noi eravamoassieme come amici ed a nessuno dei due interessava cambiare sino a quando luisi é perdutamente innamorato di te ed io del mio attuale compagno. Avremopresto la notifica del divorzio ed allora sia io che Mattia saremo finalmenteliberi. Permettimi di dirti che Mattia é ancora innamoratissimo di te e percercare di dimenticarti é andato a lavorare in un altro continente e ritorneràsolo a dicembre. Se anche tu lo ami ancora non lo far più soffrire perchéMattia é un uomo d'oro. Buona fortuna." Dette queste parole Luisa ritornòdal suo compagno.
    Sisa che stavaparlando con Mauro aveva assistito alla scena e, vedendo Giada cambiare espressione,le si avvicinò.
    " Che ésuccesso? Chi era quella?"
    Giada guardaval'amica senza vederla tanto che Sisa la toccò su una spalla e:
    " Giadastai poco bene? Che c'è?"
    RiscuotendosiGiada:
    " E' lamoglie di Mattia o meglio la ex moglie."
    " Cosa?Stai scherzando?" chiese Sisa sbalordita.
    " Affatto!E' proprio lei!" e le raccontò quello che Luisa le aveva detto.
    Sisa rimase abocca spalancata senza saper che dire. Poi:
    " E quelloche é con lei chi sarebbe?"
    " Il suo futuromarito."
    " E poidicono che alle volte i films esagerano ma questa sarebbe proprio una bellascena da film: tu molli Mattia perché é sposato e nientemeno che a Copenaghenincontri la moglie di lui con il futuro marito. Che effetto ti ha fatto?"
    " Ancora non ho focalizzato il tutto. Certamentesolo sbalordita ed ora devo stare con me stessa e analizzare bene la nuovasituazione."
    In quel momentodall'altoparlante una voce invitava all'imbarco i passeggeri per Milano ed illoro gruppo si avviò al pulmino. Anche Luisa ed il suo compagno salirono sullostesso aereo.
    Aldo, sedutovicino a Giada, cercò di parlarle ma poiché lei rispondeva a monosillabi simise a leggere, a differenza di Sisa e Mauro che parlavano tra di loro.
    Quando l'hostesspregò i passeggeri di allacciare le cinture, Giada si stupì, perché le sembravadi essere appena partita. Le due ore erano volate e la sua mente era insubbuglio.
    Appena giunta acasa telefonò a Parigi a Désirée che era appena rientrata dall’America. Leraccontò quanto era successo e l'amica:
    "Perfetto! Riposati questa notte e domattina prendi il primo aereo per Parigi.Hai ancora una settimana di ferie e vieni da me. Saremo sole perché Gerard miraggiungerà fra un mese ed io tornerò a Milano con te. Avremo modo di parlare alungo."
    Giada avvisòsubito Sisa che fu molto contenta che l'amica non restasse sola a Milano; leisarebbe partita il giorno dopo per raggiungere Francesca e Margherita inLiguria.

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