giovedì 14 febbraio 2013

"e... arriva l'aurora" (39)


39)
Dopo qualcheminuto qualcuno rispose:
    " Pronto, chiparla?"
    " E' un emergenza!Devo subito parlare con il Primo Ministro! E' questione di vita o dimorte!"
    " Mi dispiace"rispose la voce dall'altro capo "il Ministro é in riunione e non si puòdisturbare. Ritelefoni domattina."
      "Domattina saremo tutti morti e se lei non mi passa subito il Ministro avràsulla coscienza ben sedici cadaveri" urlò Mattia "si sbrighi e nonsprechi altre chiacchiere."
    Il ribelle gli era vicinissimoe Mattia, attraverso la camicia sentiva il freddo della pistola sulle suecostole.
    Dopo poco rispose ilMinistro:
    " Chi parla? Che cosavuole? La farò pentire per aver interrotto un'importante riunione se non ci saràun motivo più che valido."
    Mattia immaginò che tipo diriunione importante potesse esserci ed ancor più arrabbiato urlò:
    " Siamo sedici frabianchi e neri in ostaggio dei ribelli e se voi non esaudirete le richieste chevi leggerò ci faranno tutti fuori."
    " Lei chi é?"chiese il Ministro con molta meno baldanza.
    " Sono il dottorMattia Bonini e dirigo l'istituto di ricerche tedesco situato fra Kariba eChirandu ai piedi della foresta. I guerriglieri ci hanno sorpresi nellamissione Santa Maria Bambina di Don Franco a pochi chilometri da Chirandu inlocalità Zawa." e rivolgendosi al guerrigliero:
    " Posso dire i nomidegli altri?"
    L'altro fece cenno di sì eMattia elencò al Ministro i nomi dei suoi collaboratori e di quelli dellamissione. Gli lesse poi tutti le richieste dei ribelli che per prima cosavolevano l'immediata scarcerazione dei loro compagni che si trovavano nellecarceri di Bulawajo ed una forte quantità di danaro. Il rilascio dovevaavvenire entro quarantotto ore altrimenti gli ostaggi sarebbe stati uccisi.
    Stranamente il Ministro sidimostrò intelligente:
    " Sanno al suolaboratorio quello che é successo?"
    " No!"
    " Li avvisosubito!"
    " Molto bene!"
    " Ha qualchesuggerimento?"
    Mattia doveva stare attentoa parlare perché il ribelle non perdeva neppure una sillaba di quello che luidiceva.
    " Sì, due giorni. Farqualcosa."
    " Devo dirgli di farqualcosa?"
    " Ma sì, le ho giàdetto che dirigo il laboratorio dove da molti acidi e gas estraiamo princìpimedicinali."
    " Ha parlato diacidi?"
    " Certamente!"
    " Pensa che si possafare una sortita magari usando acidi o gas?"
    " Lei ha capitoperfettamente il problema e si sbrighi perché c'è pochissimo tempo. Noi letelefoneremo domani sera a quest'ora e ci direte dove lascerete i soldi ed iprigionieri liberati."
    " D'accordo ed inbocca al lupo."
    " Arrivederci."
    Avviandosi alla macchina ilcapo gli chiese:
    " Ma che cosa tichiedeva?"
    " Mi sembra un po'stupido il Ministro! Voleva sapere del mio laboratorio come se in questomomento possa interessare una sciocchezza del genere e non capiva che ha soloquarantotto ore."
    Per la prima volta ilribelle si mise a ridere mettendo in mostra dei denti orribili.
    " Hai ragione éproprio uno stupido ed io dimostrerò di essere più intelligente di lui."
    Mattia non vedeval'ora di rientrare alla missione perché non si fidava assolutamente di queiribelli e temeva che potessero aver ucciso qualcuno solo per il gusto di farlo.Avrebbe anche potuto condividere il comportamento di uomini che agissero in talmodo per degli ideali, a fin di bene o per aiutare degli oppressi ma questamarmaglia di uomini che giravano per uccidere, violentare donne o seviziarebambini erano semplicemente dei delinquenti della peggior specie.
    Durante il ritorno nessunodei due parlò e Mattia, la cui rabbia andava aumentando, pensò a qualidecisioni prendere nel caso che Marco e gli altri venissero in loro aiuto. Eramolto rischioso perché anche loro correva il rischio di essere presi inostaggio ma lui contava molto su Marco che era un ottimo chimico ed una mentevivace.
    Fortunatamente allamissione non era successo nulla. Quelli seduti al tavolo erano immobili e glialtri ancora per terra. Le suore francesi avevano il rosario fra le dita estavano pregando mentre le altre due, accovacciate in terra, tenevano il visofra le mani. Nessuna della quattro era giovane: avevano abbondantementesuperato la cinquantina ed a Mattia si strinse il cuore.
    Fu accolto da sguardi disperanza anche se erano tutti cadaverici.
    Mattia si rivolse al capo:
    " Mi sembri un uomod'onore e poiché dobbiamo stare insieme parecchie ore cerchiamo di passarlealla meno peggio. Ritengo che se quei sette che sono per terra si siedono altavolo non cambia nulla. Intanto vi farei assaggiare un po' di vino che vienedall'Italia, la mia nazione. Conosci il vino?" parlando cercava disorridergli mentre il suo desiderio sarebbe stato quello di strozzarlo.
    Il capo era sempre più stupitodal modo di fare del prigioniero che si comportava come se nulla fosse. Lui eraabituato a vedere la gente piangere, urlare, supplicare ed era sorpreso dallacalma che regnava in quel locale. Con la testa fece cenno di sì a quelli cheerano in terra che si alzarono e si sedettero al tavolo. Si rivolse poi ai suoiuomini in bantù i quali si sedettero per terra appoggiando le armi sullegambe.   

Nessun commento:

Posta un commento