martedì 19 febbraio 2013

24° e ultimo Capitolo "e... arriva l'aurora" (47)


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47)
    Dopo la parentesi umbra, Giada si rituffò nellavoro dello studio. Raccontò a Maurini, con dovizia di particolari, sia deilavori ultimati sia della festa d'inaugurazione alla quale anche lui era statoinvitato ma non era potuto intervenire per motivi di famiglia, omettendo'l'incidente Dodo'.     
    L'esperienza umiliante cheaveva provato e credeva di aver dimenticato, ogni tanto riaffiorava in leicreandole un senso di disagio. Di notte qualche volta si svegliava disoprassalto perché sognava il viso di quell'uomo vicino al suo. Sapeva peresperienza che solo il tempo avrebbe cancellato quel brutto ricordo.
    Aveva raccontato tutto aDésirée telefonandole e l'amica era rimasta scioccata, anche perché si é sempreconvinti che queste cose possano succedere solo agli altri.
    Una sera, mentre cenava,stava guardando la televisione che trasmetteva il telegiornale quando ilgiornalista diede la notizia di una grave sciagura che si era abbattuta su unpaese medio orientale: un improvviso e violento terremoto aveva distruttointeri villaggi ed il numero dei morti era altissimo. Davanti a quelle tragicheimmagini una molla scattò nella testa di Giada e le parole che Désirée le avevadetto le parevano stampate sul video: la vita é un lampo.
    In quel momento compreseche non si doveva rinunciare a nulla se si aveva la probabilità di averequalcosa e per lei, forse, c'era ancora la possibilità di godere dell'amore diMattia. Non seguì più il programma, smise di mangiare e cominciò a pensare almodo di rivederlo e parlagli. Si alzò e compose il numero di Parigi:
    " Allo?" squillola voce di Désirée.
    " Bonjour, içi RadioMilano!"
    " Ma tu mi leggi nelpensiero! Mi hai preceduta di un attimo: ti stavo telefonando perché ho sentitoche ti dovevo parlare."
    " Veramente sono ioche devo parlare con te. Come stai?"
    " Molto bene e sentodalla voce che stai bene anche tu."
    " Ma sono cosìevidente?" chiese con sorpresa Giada.
    " Per me sì ed ho lasensazione che mi devi dire qualcosa di piacevole. C'entra forse un certoMattia...?"
    " Non c'è gustotelefonare a te! Mi togli il piacere di farti una sorpresa."
    " Vedi carissimaGiada, io ti voglio bene, ti conosco nel profondo e questa telefonatal'attendevo da tempo."
      " Maallora sono così prevedibile?"
      " Per glialtri no assolutamente ma non devi scordare che io sono una scrittrice e quindiabituata a scavare nell'intimo delle mie creature e tu per me sei un po' unamia creatura. Ma raccontami le novità."
    " Ho deciso di cercareMattia e se lui é ancora libero e lo vorrà intendo ricucire il nostro rapporto.Sai che cosa mi ha fatto decidere? Ho ripensato a quanto mi hai detto a LeMont-Saint-Michel in quella giornata apocalittica ed ho deciso di agguantarequel lampo e non lasciarmelo sfuggire."
    " Sono felice per tema non mi devi ringraziare. Se tu non fossi convinta e la decisione nonpartisse dal tuo cuore, avrei potuto parlarti e raccontarti favole per ore edore ma tu saresti stata irremovibile. Quando lo rivedrai?"
      " Non sonulla, non so neppure se é tornato o se é ancora in Africa. Questa decisionel'ho presa mezz'ora fa e ti ho subito telefonato. Dovevo sentire la tuaopinione."
      " Ese ti avessi detto che sbagliavi, avresti cambiato idea?"
      E Giadaridendo:
    " No! Assolutamenteno!"
      " Vediamica mia come ti conosco bene! Lasciami dire che sono ultra felice per te e tiprego di tenermi al corrente dei fatti. Fra una decina di giorni sarò a Milanoma prima ti avviso."
    Sisa, quando Giada lainformò della decisione presa, fu estremamente lieta: era certa che Mattiafosse l'uomo perfetto per l'amica e che non sarebbe mai riuscita a sostituirlo.Dal canto suo il rapporto con Geo cominciava a non essere più una sempliceamicizia e qualcosa di più profondo stava nascendo. Di questo legame era feliceFrancesca che aveva un gran concetto di Geo, era contenta Grazia a cui Sisapiaceva veramente ed era entusiasta Margherita che lo adorava. Ma forse la piùsoddisfatta era Giada, l'artefice della loro conoscenza e che vedeva realizzataquello che aveva pensato fosse una semplice speranza.
    Il pomeriggio seguente, tredicembre, Giada telefonò al laboratorio di Como chiedendo del dottor Bonini. Lerisposero che era all'estero e che sarebbe rientrato fra non molto. Lei spiegòche era appena rientrata dal Brasile e doveva consegnare al dottore un paccoinviatogli da un ex collega. La signorina che rispondeva al telefono eragentilissima e disse a Giada che il dottore sarebbe rientrato il dieci didicembre.
    " Che peccato!"disse allora Giada " Anch'io riparto il dieci sera dalla Malpensa e quindinon lo posso incontrare."
    " Attenda che guardo ache ora atterra l'aereo dall'Africa." rispose la segretaria.
    Giada sorridendo attese altelefono.
    " Atterra alle dodicie trenta e penso che nel pomeriggio lo potrà trovare qui da noi. Devoavvisarlo?"
    " Non si disturbi, mirifarò viva il dieci pomeriggio."
    Raggiante Giada depose iltelefono ed in quell'istante entrò nel suo ufficio Maurini che guardandola ledisse:
    " Hai l'espressione dichi ha appena vinto il primo premio della lotteria. Posso partecipare allavincita?"
    " Senz'altro! Ilgiorno che riscuoterò, faremo una gran festa qui in ufficio. Balleremo suitecnigrafi e fiumi di champagne scorreranno sui tavoli da disegno."
    Francesco Maurini era moltoaffezionato alla ragazza che conosceva da parecchi anni e che da molti mesivedeva non felice. Non aveva notato nessuna flessione sul lavoro ma da lei erascomparsa quella vivacità che incantava tutti. Fu quindi felice di trovarlaallegra.
    Mancavano quattro giorniall'arrivo di Mattia ed ogni giorno l'eccitazione e l'ansia aumentavano in lei.Continuamente pensava all'incontro, come sarebbe avvenuto e come si sarebbecomportato lui. E se nel frattempo avesse conosciuto un’altra? E se in Africasi fosse invaghito di una ragazza, magari una di quelle belle mulatte che fannoimpazzire gli uomini bianchi?
    Dopo tanta agitazionefinalmente arrivò il dieci di dicembre e già dalle prime ore del mattino Giadaera sveglissima.
    Alle undici era inaeroporto seduta al bar ad aspettare. Quando la voce dell'addetto scandì chel'aereo da Harare stava atterrando il cuore le uscì dalla gola impedendole direspirare. Decise di mettersi in un angolo in modo da non essere vista perchévoleva controllare la situazione: se Mattia non fosse stato solo, si sarebbeimmediatamente eclissata.
    Indossava un cappotto bluelettrico, colore che a Mattia piaceva perché, diceva, fosse uguale a quellodei suoi occhi. Raccolse i capelli in un basco perché sarebbe stata menoindividuabile, con le gambe tremanti e le pulsazioni a duecento, aspettò divederlo arrivare.
    Molte persone cominciaronoad uscire e Giada pensò 'e se avesse cambiato aereo? e se non tornasse oggi? infondo io ho telefonato al laboratorio la settimana scorsa e durante questotempo i programmi potrebbero essere cambiati...' E mentre tutte queste idee lesi affollavano nella mente: eccolo! Il cuore fece un gran salto e poi perqualche secondo non saltò più. Eccolo il suo Mattia con quella camminataparticolare, forse un po' più magro ma sempre interessante. Ma, ed il cuorefece un'altra capriola, vicino a lui c'era una ragazza bionda. Sentì il mondocrollarle addosso, quello che aveva temuto stava succedendo: Mattia avevaun'altra donna! Ma no! Ecco che la donna va incontro sorridente ad un uomo chel'aspetta e si abbracciano con veemenza mentre Mattia procede lentamente conuna grossa valigia in mano.
    Continuando ad osservarlo,prima di avvicinarsi, notò che aveva un'aria triste e camminava con gli occhifissi. Giada ritenne fosse il momento giusto per avvicinarsi. Senza che lui sene accorgesse, si accostò e con voce tremante:
    " Serve un taxi?" e così dicendo sitolse il basco.
    Mattia di colpo si girò verso di lei, la guardòinebetito e non rispose.
    " Le ho chiesto se serve un taxi!"ripeté lei con voce più sicura.
    " Giada...!" evedendo il sorriso della ragazza, mollò di colpo la valigia e la strinse cosìforte da soffocarla e poi, incurante della gente che affollava il terminal, labaciò con tutta la passione che aveva racchiuso in lui durante tutti questimesi di lontananza. Ripreso fiato, guardandola con infinita tenerezza:
    " Ti prego Giada,dammi un pizzicotto e convincimi che non sto sognando."
    Giada gliaccarezzò dolcemente una guancia e:
    " Non sogni Mattia. E'tutto vero. Io sono qui. Ti amo come allora, non ho mai cessato di amarti e setu lo vuoi, possiamo ricominciare."
    A questo punto lui la presein braccio e la fece roteare.
    " Oh, Signore, Tiringrazio! Oh Giada, come sono felice! Mi ridai la voglia di vivere che senzate avevo perso. In questi mesi sei stata sempre nei miei pensieri e nel miocuore ogni minuto. Tornavo a Milano con una gran tristezza perché tu non c'eripiù ma io pure avevo deciso di fare un altro tentativo per convincerti del mioimmutato amore."
    Finalmente, tenendosistretti, stretti, si avviarono verso l'uscita. Mattia si mise al volantedell'auto di Giada ma prima di mettere in moto le chiese:
    " Dimmi amore, cos'èsuccesso per farti cambiare idea?"
    " Ho incontrato Luisacon il suo nuovo compagno a Copenaghen e mi ha confermato quello che mi avevidetto. Inoltre ho conosciuto una donna eccezionale, una scrittrice francese chemi ha fatto capire che un amore come il nostro non si poteva gettare alvento."
    " Fammela conosceresubito. Avrà la mia eterna gratitudine." e così dicendo mentre sorridevafelice, prese una mano di Giada e se la pose sul cuore.
    Si baciarono ancora felicidi trovarsi uniti ed in quell’abitacolo era concentrato tutto il mondo. Loro,solo loro e poi... il nulla.
    Appena arrivati a casa,dove Mattia entrò quasi in punta di piedi, Giada telefonò ad Désirée e:
    " Désirée, sono inorbita per la felicità. Ti passo Mattia."
    Questi prese il telefono edisse:
    " Grazie! Per ora ledico solo grazie ma quando c'incontreremo le dirò molte altre cose."
    Finita la telefonata Giadasi rifugiò fra le braccia di Mattia: come le erano mancati i suoi abbracci, ilsuo viso ruvido, le sue carezze, i suoi baci ed ora, a tutti i costi, volevarecuperare il tempo perduto. Finalmente la loro storia era giunta al lietofine.
    Mattia era così felice chequasi non riusciva a parlare. Il poter riavere Giada fra le sue braccia,poterla baciare e sentirla vicino gli dava un'emozione così grande che quasi loparalizzava. Neanche nel più pazzo dei suoi sogni avrebbe potuto immaginare unacosa del genere e non riusciva a contenere in sé tutta la gioia. Vedeva l'avveniresotto una nuova luce: non avrebbe più lasciato la sua Giada e se il lavoro loavesse obbligato ad andar lontano, lei sarebbe andata con lui. Teneramenteallacciati, si avviarono verso la camera da letto e chiusero la porta lasciandofuori il mondo.
    Dopo latelefonata di Giada, Désirée era veramente contenta perché l'amica era per leila figlia che non aveva avuto e avrebbe voluto avere, così retta, forte edaltrettanto dolce, pulita dentro e generosa. Aveva finalmente raggiunto iltraguardo che sarebbe divenuto il punto di partenza.
    Mentre si avvicinava allasua inseparabile macchina da scrivere pensò che la storia di Giada e Mattiapoteva essere la trama di un suo prossimo romanzo perché c'erano tutti gliingredienti necessari per piacere al lettore e dove la dose più importante eral'amore con l'A maiuscola.

Spesso la realtàdella vita è decisamente superiore alla fantasia di qualsiasi scrittore.


F I N E

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