martedì 12 febbraio 2013

19° Capitolo "e... arriva l'aurora" (37)


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37)
    Geo volle chesua madre conoscesse Giada in quanto le aveva a lungo parlato di lei, sempre intermini di amicizia e di grande stima; in più, avendo Grazia Gandolfi decisodefinitivamente di lasciare il suo enorme appartamento per uno più adatto alei, tutti i mobili, suppellettili, quadri e tappeti che a lei non sarebbero piùserviti, avrebbero comodamente arredato la casa in Umbria. Giada, quindi, oltrea conoscere la mamma di Geo, doveva anche prendere visione di tutto quello cheera disponibile.
    Grazia Gandolfitelefonò in ufficio a Giada per invitarla a cena la sera successiva. Giada sifece precedere da una composizione di fiori e Geo la passò a prendere conl'auto. La mamma abitava in un antico palazzo di via Moscova in un appartamentoveramente grande dove Geo e la sorella erano cresciuti.
    Grazia vennepersonalmente ad aprire la porta e Giada, che si aspettava una anziana signora,si trovò innanzi una donna elegantissima che non dimostrava più di cinquanta,cinquantacinque anni. Non molto alta, capelli biondi, occhi castani ed uncomunicativo sorriso simile a quello del figlio. Indossava un abito di maglinanera ed aveva un fisico che poteva fare invidia ad una ragazza.
    " CaraGiada, finalmente ti conosco! Un milione di volte ho sentito il tuo preziosonome pronunciato da mio figlio ed ero curiosissima di vederti. Secondo lui seiil genio della ristrutturazione, del buon gusto e della fantasia ed io non homotivo per non credergli. L'unica cosa che non mi aveva detto é che sei anchebella."
    " Credoche suo figlio abbia leggermente esagerato." disse Giada ricambiando ilsorriso.
    " Quandovedrò la casa ti saprò dire se ha esagerato ma non credo."
    Grazia liprecedette in sala da pranzo dove la governante li attendeva.
    " Questa éla mia cara Rosa" disse Grazia presentandola a Giada "ed é il mioangelo custode."
    Giada porse lamano e le due donne si presentarono.
    " Gradisciun aperitivo?" le chiese Grazia.
    "Preferirei di no." rispose Giada.
    "Mamma" intervenne Geo "mi sono scordato di dirti che é anchevirtuosa."
    " Geo, seipregato di non prendermi in giro!" poi rivolgendosi alla madre " Ilfatto é che mi fa girar la testa."
    " Alloraeliminiamo gli aperitivi" sentenziò la padrona di casa "e tu Georesti in castigo."
    La sala dapranzo era arredata con autentici mobili di vari stili e varie epoche ma cosìben sistemati che erano una gioia per gli occhi di Giada e non era necessarioessere esperti per capire che erano originali.
    "Proporrei di cenare anche perché mi sembra che tu Giada debba poi fare unelenco di quello che servirà per la casa di Geo."
    " Sì, évero: ecco la mia inseparabile Polaroid. Fotograferò i pezzi che sceglieremo inmodo che io possa già sistemarli nei miei disegni, per lo meno in linea dimassima."
    Grazia Gandolfi erauna donna simpatica ed arguta ed aveva ragione il figlio quando diceva che erapiena di interessi. Tutti gli argomenti che venivano toccati la coinvolgevano ela sua mente era vivacissima. Giada pensò che Geo le avesse detto una bugiacirca l'età: non poteva certamente avere settant'anni! Era evidente il profondolegame che legava madre e figlio anche se si punzecchiavano in continuazione.
    Dopo cenaGrazia fece visitare la casa a Giada che la trovò ancor più grande di quanto sifosse immaginata. Era ricca di belle cose ed il buon gusto primeggiava. Lamadre le elencò quello che avrebbe trattenuto di mobili, quadri, tappeti edoggetti vari e Giada cominciò a fotografare il resto. Mentre le due donnedecidevano, Geo si era seduto in poltrona davanti al televisore, cosa che nonfaceva quasi mai per mancanza di tempo. Ogni tanto le raggiungeva per chiederese era necessaria la sua presenza, al che le due donne rispondevanoregolarmente con un diniego. Verso mezzanotte raggiunsero Geo in salotto edabbastanza stanche si sedettero in poltrona.
    "Finito?" chiese Geo.
    " Per orasì" rispose Giada "ma senz'altro dovrò disturbare ancora tua madreper alcune misure o per altri dubbi che mi nasceranno."
    " Non saràcerto un disturbo ma un piacere!" esclamò Grazia. " Vorrei tantoavere vent'anni di meno per poterti essere utile ma sono diventata unaCariatide. Che ne direste ragazzi di un altro buon caffè? Penso che ce lo siamomeritato, per lo meno noi due." disse guardando Giada.
    " Ottimaidea!" rispose Giada e Geo:
    " Ideageniale."
    Rosa, cheassolutamente non era voluta andare a letto, comparve sulla porta e:
    " Lopreparo subito."
    " GrazieRosa" le disse Grazia " anche se mi fa dispiacere vederti ancora inpiedi a quest'ora."
    Attendendo ilcaffè Grazia informò Giada che avrebbe mandato in Umbria anche la biancheria datavola, da letto, da bagno e da cucina: finalmente si sarebbe liberata di tantecose che non le servivano più e proseguì:
    " Non sose potrai sfruttare le tende ed i copriletti. Che ne diresti di venire con me,sempre se non hai impegni, sabato mattina e con calma ti faccio vedere tuttequeste cose? Non vorrei sembrarti invadente ma poi deciderai se qualcosa tiserve o meno. Potremmo quindi uscire ed acquistare quello che manca."
    "D'accordo. Sabato mattina sarò qui alle nove."
    " SaiGiada," intervenne Geo "per un po' di tempo non ci potremmovedere."
    "Parti?"
    " No, no!Ma dovrò lavorare giorno e notte per essere in grado di pagare la parcella chemi presenterai. Dal riattare una casa siamo arrivati al punto che me l'haicreata su misura con annessi e connessi."
    " Ti avevoavvisato in che modo lavoro io e ti avevo avvertito che quando prendo unimpegno lo porto a termine. Mi auguro solo che alla fine sia tutto di tuogradimento."
    "Sicurissimamente." disse lui con enfasi.
   Riaccompagnandola a casa le disse:
    " Giada,tutte le sedie, divani e poltroncine dei vari Luigi che ha mia madre sonoscomodissime. Un giorno noi due facciamo un salto in Brianza e mi faiacquistare quei divani e poltrone in piuma comodissimi perché io sto diventandovecchio e questi devono diventare il mio nido." e la guardava con unsorriso ironico.
    " Ticapisco Geo." rispose lei " Alla tua età é giusto pensare in questomodo. Sceglieremo i più comodi ed i più avviluppanti."
   

    Il sabatosuccessivo Giada stette parecchie ore con Grazia. Guardarono, scelsero,scartarono ed al pomeriggio si recarono in un grosso negozio di biancheria perla casa del centro ed acquistarono quello che mancava.
    Dopo averconosciuto Giada ed aver trascorso con lei molto tempo, Grazia telefonò alfiglio:
    " Aveviragione. Giada é veramente in gamba: intelligente, seria e costruttiva. E' propriola donna che vedrei accanto a te."
    " Anche ame non dispiacerebbe" disse ridendo Geo dall'altro capo "ma mi spiacedeluderti. Il cuore di Giada é sigillato con un lucchetto e pare abbia gettatovia la chiave. Sono diventato suo amico ma non é certamente disponibile per unaltro tipo di rapporto."
    " Peccato!Non disperare: si possono sempre far fare dei doppioni di chiavi."
    " Mammacome al solito sei uno spasso ma come sai io non bazzico i ferramenta: non neho il tempo."


    In un tardo pomeriggiodi una giornata lavorativa Geo e Giada si recarono in Brianza ed ordinaronodivani e poltrone. Appena ultimata la casa, lo spedizioniere avrebbetrasportato le cose nuove e traslocato quelle di Grazia che sarebbero statesufficienti per arredare tutte le stanze.
    I pochi mobiliche Geo aveva trovato acquistando la casa erano stati regalati; Giada avevatrattenuto solo due grossi armadi a muro laccati che erano nel corridoio delprimo piano e la cucina in legno chiaro, attrezzatissima di elettrodomestici. 

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