sabato 5 gennaio 2013

1° Capitolo "e... arriva l'aurora"


    Giada Galiardi,in una piovosa mattina di settembre, si avviava verso il suo studio. C'era unaforte umidità che penetrava nelle ossa e lei non era particolarmente allegra.Aveva dormito poco e, quando le capitava, il suo cervello faceva glistraordinari; se poi esaminava il bilancio della sua vita, allora, erano guaiseri.
    Aveva ventinoveanni, era sola al mondo e da un anno la sua storia con Alessandro era finitamalamente: infatti a tre mesi dalle nozze lui le aveva confessato, dopo quattroanni che si frequentavano, che non era pronto al gran passo. Era stato lui cheaveva insistito perché si sposassero e lei, dopo un po' di riluttanza, avevaacconsentito. Quando era ben entrata in quell'ordine di idee ed avevaorganizzato tutto, il futuro sposo aveva fatto marcia indietro.
    Per sua fortunaaveva amici carissimi che le erano stati vicini e l'avevano aiutata a superareun periodo non certamente facile. L'unica cosa che la soddisfaceva in pieno erail suo lavoro: era architetto e collaborava nello studio dell'architettoFrancesco Maurini, titolare del medesimo situato in via Manzoni. Aveva trecolleghi con i quali era molto affiatata e la sua attività era stata l'ancora acui si era aggrappata. Ora, aveva ben superato la crisi ed, a distanza ditempo, era contenta che la storia fosse finita perché era impensabiletrascorrere la vita accanto ad una persona del genere.
    Il portierel'accolse, come al solito, con un gran sorriso. Era un ometto di circa sessant’anni, estremamente gentile e servizievole ed aveva un debole perGiada perché si fermava spesso a parlare con lui e s'interessava della suasalute abbastanza precaria.
    " Buongiorno, signorina Galiardi. Oggi Milano non splende di certo."
    " Buongiorno Adelmo, ha ragione. Oggi é proprio una giornata triste."
    " Lo é per quelli come me ma non per lebelle ragazze come lei, piene di vita e di salute."
    Vedendolasempre sorridente e disponibile, Adelmo, era senz'altro convinto che Giadafosse la persona più felice del mondo. Lasciamoglielo credere, pensò Giada e siavviò alle scale.
    Il suo ufficioera al terzo piano ma lei, per abitudine, non prendeva mai l'ascensore.
    Era venerdì edera la giornata nella quale c'era la riunione. Infatti, tutti i venerdì    Maurini riuniva i suoicollaboratori perché teneva ad avere sempre scambi di opinione con chi lavoravaper lui. 
    Era un uomoalto e robusto che incuteva sempre soggezione ma, conoscendolo, era paterno ecomprensivo. Sposato, aveva due figli all'università ma il suo grandedispiacere era che nessuno dei due avesse scelto la facoltà di architettura:infatti uno frequentava filosofia e l'altro scienze politiche. Molto in gambanel suo lavoro aveva un'ottima clientela ed era noto per la sua inventiva.
    Giada era conlui da sette anni. Aveva iniziato a lavorare nello studio mentre ancorafrequentava l'università e, quando si era laureata, lui si era ben guardato dallasciarsela scappare perché aveva ben compreso il valore della ragazza cheall'intelligenza univa un sesto senso nelle soluzioni di eventuali problemi edin più dimostrava sempre un grande impegno.
    Nel pomeriggiodopo la riunione a cui avevano partecipato gli altri architetti Filiberto,Luigi e Carlo, mentre stavano uscendo dalla stanza Maurini si rivolse a lei:
    " Tispiace trattenerti un attimo? Ti devo chiedere una cosa."
    Gli altriuscirono e Giada si fermò domandandosi cosa potesse volere da lei.
    " SentiGiada, ti devo fare un discorso molto serio. Come tu sai iniziamo il mese prossimo quell'importante lavoroa Rio de Janeiro ed io ho assoluto bisogno di avere in loco una persona di miatotale fiducia e tu sei per me quella persona. Si tratterebbe quindi ditrasferirti in Brasile per circa un anno. Saresti sempre in stretto contattocon me ed una volta al mese io ti raggiungerei. Mi sembra che a Milano tu nonabbia impegni inderoga-bili e, s'intende, anche il fattore finanziario sarebbemolto, molto interessante. Ora tu pensaci, non dirmi nulla e sappi fin d'orache se mi darai risposta negativa, niente cam-bierà qui per te ma, tienipresente, se accetterai sarò molto contento."
    Giada non avevamosso ciglio. Era sorpresa perché non le aveva mai sfiorato la mente, l'ideache lui potesse farle una simile proposta. Il Brasile l'attirava enormemente,avrebbe sempre voluto andarci ed il suo viaggio di nozze l'avrebbe avuto comemeta. Certo, star via un anno lontana dalla sua casa che adorava, lontana daisuoi amici...
    " Architetto, ho due giorni per riflettere. Leimi ha fatto una proposta inattesa e  logicamente ci devo pensare: vuol dire cambiar tutto ed io devo sempreessere convinta di quello che faccio. Lunedì le darò una risposta, comunque laringrazio della fiducia che lei ha in me."
    Il sabato serasi fece invitare a cena da Luisa, detta Sisa, la sua più cara amica. Eradivorziata, aveva una bimba di quattro anni, Margherita, che Giada amava moltoe viveva con la mamma Francesca e questo le permetteva di lavorare; laureataalla Bocconi era presso uno studio di commercialisti.
    Giada avevanecessità di parlare con qualcuno che le fosse veramente affezionato e le desseun parere sulla decisione da prendere. Era molto combattuta ed alternavapensieri come: 'sì ci vado! no non ci vado!'.
    Quando Giadafinì di raccontare, Sisa la guardò e:
    " Secapitasse a me io non esiterei un attimo a volare in Brasile. Ti si prospettaun    lavoro di granresponsabilità ed a te questo piace tantissimo. Hai la fortuna di vivere unanno in un paese che fin da ragazze abbiamo sognato e la possibilità dirispolverare il portoghese che abbiamo a suo tempo studiato con tantoentusiasmo. Capirei la tua     perplessità se si trattasse di andarci persempre ma si tratta solo di un anno e sono convinta che il cambiamento non tipotrà far che bene. L'unico fattore molto negativo é solo per me perché per unanno non ti potrò vedere." e così dicendo abbracciò con affetto l'amica.
    Sisa eraaffezionatissima a Giada. Erano amiche sin dall'infanzia, sempre  d'accordissimo e l'una aveva semprepotuto contare sull'altra. La vita era stata poco generosa con Giada prima laperdita improvvisa dei genitori in un incidente di auto poi la storia conAlessandro che a Sisa non era mai piaciuto. Non era mai riuscita a spiegarsi ilmotivo di questa antipatia nei riguardi dell'uomo ma era un fattore epidermico:le dava noia la sua presenza. Aveva confessato all'amica questo suo disagioquando lui era praticamente 'fuggito' e Giada le aveva risposto che era moltopiù in gamba di lei.
    " Forsehai ragione" rispose Giada " é un'avventura che devo affrontaresoprattutto perché si tratta del Brasile. E' la volta buona che lo visiteraianche tu venendo a trovarmi."
    Dopo questachiacchierata con l'amica, Giada prese la sua decisione ed il lunedì mattina diede la suarisposta affermativa a Maurini che ne fu felicissimo.
    Cominciò adorganizzarsi perché star lontana un anno, non era uno scherzetto. Le cose a cuidoveva pensare erano tantissime ma, essendo ben organizzata, si preparò unprogramma che giorno per giorno rispettò.
    Trascorse ilNatale da Sisa ed al pomeriggio, raggiunte dagli amici comuni, si fecero tuttii giochi di prammatica in quel giorno. L'ultimo dell'anno, sempre con glistessi amici, lo festeggiò nel Castello di Maine, nel bergamasco, affittato perl'occasione. Tutti gli amici la circondarono di affetto.

Nessun commento:

Posta un commento