venerdì 25 gennaio 2013

11° Capitolo "e... arriva l'aurora" (21)


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21)   
    Giada si buttòanima e corpo nel lavoro cercando di non pensare ad altro ma se questo eravalido durante il giorno, alla sera, sola in casa, Mattia era nei suoipensieri.
    Sisa cercava dinon lasciarla mai sola e spessissimo la invitava a casa perché anche Francescaera molto rattristata per Giada che considerava una seconda figlia.
    Molte volteandavano al cinema, a teatro o si trovavano con amici comuni.
Un sabato sera Sisa insistette perché l'amica l'accompagnasse, dopo cena,a casa di una sua collega che organizzava una serata in onore di una scrittricefrancese che presentava in Italia il suo primo libro. Giada non aveva nessunavoglia di uscire ma tale fu l’insistenza di Sisa che accettò.
    " Giada,ti raccomando fatti bella! Voglio rivedere la mia amica all'optimum come sonosempre stata abituata."
    " Sarà unagara dura" le sorrise l'amica "ma farò del mio meglio."
    Indossò unabito blu elettrico molto semplice ma di ottimo taglio. Con questo colore isuoi capelli sembravano di fuoco. Sisa la passò a prendere con l'auto e sidiressero verso via Sardegna dove abitava la collega.
    Appena entratenell'appartamento furono accolte con gran calore da Loredana, la padrona dicasa, che trattò Giada come una vecchia amica. Nel salone c'erano parecchiepersone ma il centro dell'attenzione era una signora sui quarantacinque anniaffascinante ed elegante; capelli biondi di media lunghezza, alta, magra, occhiverdi, belle mani, indossava un tailleur grigio chiaro e da lei sprigionava unagran classe. Quando Giada le fu presentata, la scrittrice Désirée Didier, lefece un gran sorriso ma i suoi occhi la fissarono così intensamente che lei sisentì radiografata da quello sguardo magnetico.
    Giada ascoltòmolto e parlò poco ma la serata fu piacevolissima. Ad un certo punto lascrittrice le si avvicinò e, sempre sorridendo:
    " Non hosentito ancora la voce di questa signorina." Le disse in perfetto italianoma con accento francese.
    " Hopreferito ascoltare lei e le posso assicurare che mi ha affascinata. Lunedìandrò subito in libreria ad acquistare il suo libro perché se é interessantecome lei, sarà un gran successo."
    " Laringrazio e capisco che quello che lei mi dice lo sta veramente pensando. Sonouna buona psicologa e so che le persone come lei non parlano mai a vanvera.Sono abituata a complimenti di vario genere ma capisco quando questi sonosinceri."
    Cominciarono a parlare. Désiréevolle sapere di lei, che lavoro facesse ed un po' della sua vita. StranamenteGiada parlò di sé, della sua professione del suo viaggio in Brasile e di tantealtre cose e lei stessa si stupì della facilità di aprirsi così conun'estranea. Ad un certo punto, guardandola dritta negli occhi, Désirée ledisse:
    " Dentro di leic'è un grande dolore ed i suoi begli occhi non riescono a nascondere: penso siacolpa di un uomo."
    Giada la guardòsorpresa:
    " Ma comelo ha capito?"
    " Le hodetto che sono psicologa e riesco a capire le persone quando ne vale la pena e
lei ne vale."
    Furono interrotteda altri che volevano chiedere informazioni alla scrittrice e Giada rimasepensierosa in un angolo. Quella donna l'aveva colpita e le sarebbe piaciutopoter parlare con lei per ore ed ore. Ad un certo momento Désirée decise diandarsene e salutò tutti. Avvicinandosi a Giada le mise un biglietto in mano ele disse:
    " Mitelefoni, continueremo il discorso se le fa piacere."
    Tornando a casaGiada raccontò all'amica la conversazione avuta con Désirée e che questa leaveva lasciato il suo numero telefonico.
    " Vi hoviste parlare fitto fitto ed é innegabile che quella donna ha qualcosa diparticolare e non parlo del suo aspetto fisico, tra l'altro molto piacevole madi un forte carisma che sprigiona da lei."
    " Haiperfettamente ragione, ho avuto la tua stessa sensazione."
    Rientrata acasa Giada sentiva in sé una calma ed una serenità che da tempo non provava.
    Cinque giornidopo, un pomeriggio, Giada telefonò a Désirée:
    " Pronto,signora Didier?"
    " Sì, chiparla?"
    " Sono GiadaGaliardi, la rossa."
    Risatadall'altro capo del telefono:
    "Precisazione inutile! L'avevo riconosciuta. Ha fatto bene a telefonarmi. Mi fapiacere. Come sta?"
    " Bene e lei? Ed ilsuo libro?"
    " Tutto va ameraviglia. Sarei contenta di rivederla."
    " Non osavochiederglielo per i suoi numerosi impegni."
    " A che ora escedall'ufficio?"
    " Non ho un orariopreciso, dalle diciotto alle diciannove."
    " Le va di bereun aperitivo verso quell'ora?"
    " Moltovolentieri!"
    " Allora in piazzaCavour angolo via Senato, alle diciannove."
    " Perfetto, a piùtardi."
    Il puntod'incontro era a pochi passi dal suo ufficio e mentre vi stava arrivando, videDésirée scendere da un taxi. Giada per natura puntualissima, costatò con piacereche la scrittrice aveva anche questa qualità. Si abbracciarono e la prima cosache Désirée disse fu:
    " Aboliamosubito il signora e signorina: tu sei Giada ed io sono Désirée e diamoci deltu."
    Questadecisione fece un gran piacere a Giada perché le sembrava di conoscere Désiréeda parecchio tempo.
    Sottobraccio,camminando lentamente e chiacchierando arrivarono in piazza San Babila e sisedettero in un bar sotto i portici. Davanti a due Martini non smisero unmomento di parlare e ad un certo punto Désirée guardando l'orologio, chiese:
    " Giada, andiamo acena assieme? Hai degli impegni?"
    " Nessunimpegno, ad un patto però: offro io."
    " Vada per questavolta. Dove andiamo?"
    " In viaSant'Andrea c'è un bel localino ed in più é vicino."
    "Parfaitement!"
    La cena fu ottima,l'ambiente simpatico e la compagnia di Désirée aveva il potere di rasserenareGiada. La scrittrice le raccontò di avere quarantotto anni, di essere nata aParigi e di aver vissuto in questa città fino al conseguimento della laurea inlettere. Infine era partita per gli USA dove aveva vissuto per dieci anni traNew York e Los Angeles. Aveva sposato un medico, Richard Moore, nativo diDenver ma residente a Los Angeles, dal quale aveva avuto un figlio, Gerard, cheora aveva diciannove anni e che lei adorava. Aveva divorziato da circa ottoanni ma con l'ex marito erano rimasti buoni amici ed il ragazzo viveva un po'con lei, che si era ristabilita a Parigi ed un po' con il padre; in quelperiodo era con lui. Lei viaggiava spessissimo e conosceva tutto il mondo.

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