venerdì 25 gennaio 2013

"e... arriva l'aurora" (22)


22)
    Era una donnacoltissima e Giada l'avrebbe voluta sempre sentir raccontare. Delizioso era ilsuo modo di parlare l'italiano con quella musicale erre francese.
    Désirée vollepoi sapere di Giada e lei le parlò della sua vita felice sino a che i suoigenitori le erano stati vicini perché la sua era una famiglia unita doveregnava l'allegria ma che, dopo la scomparsa dei suoi, aveva avuto ben pochimomenti di felicità. Parlò di Alessandro e dello ‘scherzetto' che le avevacombinato ma non nominò Mattia.
    Scrutandola coni suoi penetranti occhi verdi, Désirée le chiese:
    " Ma ituoi occhi blu non sono così tristi per questo Alessandro perché, da come me lohai descritto, non era certamente l'uomo della tua vita. Se ti può far beneparlarmi        dell’altro, fallo marispetterò il tuo silenzio se non lo farai."
    In quel momentoGiada sentì il bisogno di aprirsi e di dire tutto a Désirée, anche i suoi piùreconditi pensieri perché dentro di lei c'era un fiume di parole e disensazioni che dovevano scorrere. Da poco più di un mese, dal giorno che lei loaveva lasciato, Giada non aveva più pronunciato il nome di Mattia e Sisa, cheera l'unica a conoscere la storia, aveva fatto altrettanto. Cominciò a parlarericordando il pomeriggio sul Concordavo fino all'ultimo incontro a casa sua.
    Avevano finitodi cenare e Désirée si era accesa una sigaretta. Mentre Giada le parlavaappassionatamente, l'espressione del suo viso esprimeva tutte le emozioni che eranoin lei, dalla gran felicità quando parlava del Brasile all'infelicità dellaconclusione finale ed alla fine del racconto grosse lacrime le scivolaronosulle guance. Désirée le prese una mano, pure lei commossa:
    " Dicono il vero i tuoi occhi! Devi averesofferto molto e soffri tuttora. Lasciati ricordare che non sei una ragazzacomune e dalla tua storia traspare una cosa che ti fa molto onore: seitremendamente inquieta nei riguardi di quest'uomo ma non nutri rancore e questaé una cosa per te buona. L'odio é un sentimento che non gratifica di certo edannulla in noi quello che c'è di buono. Capisco che hai amato profondamente econtinui ad amare questo Mattia perché le persone come te quando amano, amanoincondizionatamente, senza riserva alcuna, diventando vulnerabili. Da quelloche mi hai detto, effettivamente, questo Mattia non si é comportato bene ma, dacome me lo hai descritto, credo che le spiegazioni che ti ha dato a sua difesasiano vere. Sei una donna interessante che colpisce al primo impatto ma nellostesso tempo c'è in te qualcosa che non permette a nessuno di prendersiconfidenze. Evidentemente questo é quello che Mattia ha compreso: che non ericertamente una delle tante. Avrà iniziato con un'amicizia che in seguito édiventato amore ma più ti conosceva e più comprendeva che non eri un tipo dacompromessi."
    " Me losono detto anch'io innumerevoli volte ma non sopporto le menzogne e lui mi hamentito per un anno."
    Continuarono aparlare per parecchio e l'argomento fu sempre Mattia, finché si accorsero chesi era fatto tardi ed era ora di rincasare. Giada accompagnò a casa Désirée,che aveva affittato un appartamento in piazza della Repubblica per il suosoggiorno milanese, con la propria auto. Le due donne si abbracciarono con l'intesache si sarebbero presto riviste. Giada allora:
    " La primasera che sei libera avrei piacere che tu venissi a cena a casa mia. Invitereianche la mia amica Sisa che hai conosciuto da Loredana: sono sicura che tipiacerà."
    " Moltovolentieri, ti telefono io. Aurevoir."
   
    Si ritrovaronoil sabato seguente a casa di Giada che organizzò una cena con i fiocchi. AncheDésirée e Sisa legarono molto e tutte tre insieme chiacchierarono fino a notteinoltrata degli argomenti più disparati.
    Giada e Désiréesi rividero spesse volte e Giada si accorse che si stava veramente affezionandoalla scrittrice, donna di grandi qualità e forse inconsciamente rivedeva in leila figura materna che tanto presto le era mancata. Désirée era sensata edequilibrata e riusciva a capire anche i suoi pensieri più reconditi e sapevadarle sempre consigli appropriati.
     Lascrittrice faceva la spola fra Parigi e Milano ma appena era loro possibiles’incontravano ed anche Sisa si univa a loro quando non aveva impegni conMargherita.
    Passaronoalcuni mesi e la loro amicizia si consolidò. Per merito di Désirée Giada avevariacquistato serenità e la vita le sembrava meno triste. La scrittrice trovavasempre la parola giusta e la sua grande esperienza le permetteva di analizzarele cose ed i fatti con grande obiettività. Pure lei si era affezionata a Giadache riteneva una creatura speciale.
    Ai primi digiugno Désirée le telefonò da Parigi per invitarla perché era in arrivo Gerarde voleva farglielo conoscere. Il venerdì sera Giada s'imbarcò ed all'aeroportotrovò ad attenderla l'amica con il figlio. Era un bellissimo ragazzo: alto, glistessi magnifici occhi verdi della mamma, capelli castani ed un sorrisosmagliante. L'abbracciò come una vecchia amica perché la mamma gli aveva alungo parlato di lei e tutti e tre si recarono a casa.
    L'appartamentoera situato in Rue de Rivoli proprio davanti ai giardini Des Tuileries, al di làdei quali scorreva la Senna. Era vasto ed arredato con gusto squisito ed eraevidente l'impronta della padrona di casa che, unendo l'antico con il modernoera riuscita a creare un insieme alquanto piacevole. Ovunque oggettiprovenienti dai viaggi per il mondo erano ben armonizzati fra di loro. Il buongusto di tutto l'arredamento non poteva certamente passare inosservatoall'occhio esperto di Giada. Era una di quelle abitazioni in cui, appenaentrata, ti senti come a casa tua.
    Il sabato fu lagiornata dedicata allo shopping senza scordarsi di ammirare le innumerevolibellezze della Ville Lumière. Alla sera cenarono sul bateau-mouche assaporandoil panorama della città completamente illuminata in quanto, in quei giorni sieffettuavano degli spettacoli e tutti i monumenti avevano giochi di luciparticolari.
    La domenicamattina, con la funicolare, una visitina alla Basilique du Sacré-Coeur, quindial vicino Montmartre dove Désirée le fece assolutamente fare un ritratto aspatola da uno degli artisti che lavoravano nella famosa piazzetta. Pranzaronoin un elegante ristorante sui Champs-Elysées dove trovarono degli scrittoriamici di Désirée che le fecero un sacco di complimenti. Al pomeriggiol'immancabile visita alla Tour Eiffel da dove ancora una volta Giada ammiròParigi in tutta la sua bellezza.
    Furono perGiada due giorni spensierati e divertentissimi. Aveva visitato Parigi parecchievolte ma ora la vedeva con altri occhi ed il comportamento dell'amica e delfiglio la fecero sentire parte della famiglia con il loro affetto ed ospitalità.
    Con moltorimpianto riprese l'aereo la domenica sera ma si fece promettere dai due amiciche presto sarebbero venuti a Milano per un po' di tempo.
    Come promesso Désiréee Gerard arrivarono e si trattennero per una decina di giorni e Giada si presequalche giorno di ferie. Fecero gite ai laghi che piacquero oltremodo aifrancesi ed in modo particolare le isole del lago Maggiore. Raggiunsero localitàmontane non distanti da Milano e quando furono a Pian Dei Resinelli, ai piedidella Grigna, Giada mostrando il Resegone a Désirée le ricordò la citazione delManzoni nei suoi Promessi Sposi. Un giorno lo dedicarono all’incantevole Golfodel Tigullio del quale s'innamorò Gerard che disse di non aver mai visto,neppure in Costa Azzurra un punto bello come quello di Portofino. Il ragazzo,che non conosceva l'Italia, fu entusiasta al punto di dire che, dopo averconseguito la laurea in scienze politiche, gli sarebbe piaciuto lavorare qui.Alla gita sul Tigullio si unirono Sisa e Margherita la quale si 'innamorò' diGerard e volle sempre dargli la manina. La bambina era deliziosa e sia Désiréeche il figlio le si affezionarono.
    Quando gliamici ripartirono Giada sentì un gran vuoto.

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