giovedì 10 gennaio 2013

"e... arriva l'aurora (5)


5)
    Non pensava certamente a Mattia comel'uomo del suo domani anche perché si era ripromessa di vivere alla giornatasenza ipotecare il futuro.
    La settimanadel Carnevale era arrivata e Gabriel, come Florinda le aveva promesso,l'accompagnò alla sfilata. Stette sei ore seduta per vederne la centesimaparte. Era uno spettacolo che ti coinvolgeva e che, visto dal vivo, si potevasolamente definire grandioso. Migliaia di scuole di ballo composte da uomini edonne di tutte le età e di diverse gradazioni di pelle, in abiti suntuosi,ballavano e cantavano senza fermarsi un attimo. Ogni scuola di ballo aveva i suoicolori e le più importanti avevano al seguito enormi carri addobbati, stracolmidi persone che si agitavano senza tregua. Il frastuono era grandissimo e lafolla immensa. Giada era stordita ma eccitatissima ed era certa che, per quantoavrebbe in seguito raccontato ai suoi amici anche con tantissimi particolari,non sarebbe mai stata in grado di trasmettere loro quello che provava in quelmomento; per un attimo pensò che le sarebbe piaciuto dividere questa emozionecon Mattia.
    I turisti eranotantissimi ma pochissimi fortunati come lei che poteva assistere sedutacomodamente a pochi passi dalla sfilata. Le ragazze erano bellissime emuovevano quei loro splendidi corpi con una gran frenesia, senza essere maivolgari: era una tecnica di ballo che solo le brasiliane sanno eseguire. Lemusiche erano assordanti e cambiavano a seconda della scuola di samba che stavasfilando e urla d'incoraggiamento e di partecipazione si elevavano dalla folla.Per tutta la vita Giada non avrebbe mai dimenticato questa fantasmagoricaesplosione di colori, di festa e di allegria. Si era talmente presi dallospettacolo che si viveva in un'atmosfera surreale: eri lì ma non eri lì. Sonosensazioni indescrivibili che solo chi le prova le comprende.
    Quando a seratarda rientrò in casa era così stanca per una giornata vissuta cosìintensamente che si buttò sul letto e si addormentò vestita.
    Il sabatosuccessivo Mattia le telefonò per avvisarla che era impossibilitato a muoversima che senz'altro non sarebbe mancato la settimana dopo.
    Prevedendo unfine settimana noioso, Giada accettò l'invito a cena di Paulì e Maria che lainvitavano continuamente e, come le volte precedenti, passò una seratapiacevole e tanto italiana.


    Il lavoroproseguiva a ritmo serrato e certamente non mancavano i problemi. Era instretto contatto con il suo studio a Milano anche perché molte volte ledecisioni da prendere esulavano dalle sue competenze. Maurini la incoraggiava ele esternava in continuazione la sua soddisfazione per come procedeva il tutto.
    Un giorno unelettricista si fece male e Giada, aiutata da Gabriel, immediatamente lo caricòin macchina e lo portò in ospedale. Si chiamava Franco Bragas, era moltogiovane ed era caduto da una scala di un interno al terzo piano. Era pallidissimoe molto spaventato. Durante il tragitto Giada gli parlò in continuazionefacendogli coraggio e cercando di convincerlo che se anche si fosse dovutoassentare per un po' di tempo, il suo posto non sarebbe stato preso da nessuno.Aveva infatti capito che, oltre il dolore alla gamba, lui era terrorizzato dinon poter più lavorare in quella società dove si trovava benissimo ed era benretribuito.
    All'ospedale imedici gli riscontrarono una frattura composta alla gamba destra, ematomi varima null'altro di serio.
    Mentre Giada eGabriel attendevano di poter vedere il ragazzo, arrivarono due persone anzianeallarmatissime, erano i genitori di Franco che erano stati avvisati da Paulì.Quando Giada comprese chi fossero, si avvicinò loro e subito li tranquillizzòspiegando che non era successo niente di molto grave e che, di lì a poco,Franco sarebbe uscito dal pronto soccorso. La paura scomparve dagli occhi deigenitori che guardavano quella bella ragazza come fosse stata un angelo. Unacascata di parole uscì dalla bocca della madre che tentò di baciare una mano diGiada. Parlava in portoghese così stretto e così veloce che lei non comprendevanulla. Gabriel tradusse che la donna le era molto grata di aver subito soccorsoil figlio, di essere lì ad attenderlo e che, come mamma, la benediceva. Giadasi commosse perché in quell'istante, ancora una volta, pensò che la cosa piùbella del mondo é avere una mamma che ti ama e s'interessa a te. Lei purtroppoquesta gioia non l'avrebbe più provata.
    In quell'istante,condotto da due infermieri, uscì Franco sul lettino. Aveva la gamba ingessata,aveva ripreso colore e quando vide i suoi fece un gran sorriso. Giada siavvicinò, gli fece una carezza e:
    " Tiaspettiamo, guarisci presto."
    Salutò i genitoried ancora la mamma le rivolse un fiume di parole incomprensibili ma chel'espressione del viso rendevano chiarissime.
    Durante iltragitto di ritorno al cantiere Gabriel le disse che di queste persone avrebbeavuto eterna riconoscenza perché i brasiliani sono fatti così: non scordano chifa loro del bene.

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