4)
Il sabato seguente Gabriel Faria, uno dei suoi assistenti brasiliani, le propose di farle visitare una scuola di samba dove la sua ragazza era insegnante. Giada accettò volentieri e conobbe Florinda. Era una bella ragazza con una carnagione ambrata e liscia e con due occhi neri vivacissimi. Portava un gonnellino tutto a colori ed un reggiseno arancione su un corpo statuario. I lunghi capelli neri raccolti con un nastro le formavano una lunga coda. Era molto facile vedere a Rio ragazze così belle e quello che più colpiva era la loro simpatia e semplicità. Anche Gabriel era un bel ragazzo e formavano una coppia notevole.
Il sabato seguente Gabriel Faria, uno dei suoi assistenti brasiliani, le propose di farle visitare una scuola di samba dove la sua ragazza era insegnante. Giada accettò volentieri e conobbe Florinda. Era una bella ragazza con una carnagione ambrata e liscia e con due occhi neri vivacissimi. Portava un gonnellino tutto a colori ed un reggiseno arancione su un corpo statuario. I lunghi capelli neri raccolti con un nastro le formavano una lunga coda. Era molto facile vedere a Rio ragazze così belle e quello che più colpiva era la loro simpatia e semplicità. Anche Gabriel era un bel ragazzo e formavano una coppia notevole.
La lezione si
svolgeva in una grande palestra e ci saranno stati un centinaio di giovani:
tutte le ragazze portavano costumi multicolori ed i ragazzi pantaloni
attillati.
Giada si mise
in un angolo ad osservare con grande interesse. Era uno spettacolo che lei
aveva visto solo nelle riprese televisive del Carnevale. Questi ragazzi che
ballavano il samba lo facevano con tanta bravura e concentrazione che Giada si
sarebbe unita a loro. La musica prendeva talmente che non si poteva star fermi.
I brasiliani hanno la musica in sé e sembra che con la loro danza vogliano
esprimere il fatalismo allegro e disperato che li pervade.
Quando la
lezione terminò e tutti i ragazzi uscirono vociando, Florinda chiese a Giada se
voleva fare due passi di samba. Giada si mise a ridere perché il samba che lei
aveva ballato qualche volta non aveva nulla a che fare con quello che aveva
visto ballare lì. Florinda cominciò a muoversi e guardandola la invitò a
seguirla. Giada fece qualche passo e si sentiva terribilmente ridicola ma poi,
pian piano, senza accorgersi, seguendo i movimenti si sciolse e ballò. Quando la
musica finì, Florinda batté le mani e:
" Ma sei
bravissima! Ti sai muovere come un'autentica brasiliana ma se tu ballassi con
noi al prossimo carnevale ci rovineresti perché tutti guarderebbero solo te:
sei troppo bella ed il colore dei tuoi capelli é fantastico. Gabriel mi aveva
parlato di te ma io credevo avesse esagerato."
Giada arrossì
per il complimento e Florinda vedendola scoppiò in una risata.
Gabriel invitò
le due ragazze a cena e tutti e tre si avviarono nei paraggi della palestra, in
una zona molto popolata che Giada non conosceva affatto. La portarono in una
viuzza stretta dove c'era un piccolo ristorante tipico. Il locale era pieno di
giovani ed un trio suonava musiche brasiliane. Si sedettero ad un tavolo di
legno senza tovaglia ma molto pulito. Mangiarono la feijaorada, rondelle di
cipolle fritte, bignè di formaggio, una salsa fatta di sottaceti e carne di
tutti i tipi cotta allo spiedo. La cena era squisita ed il clima
simpaticissimo.
Florinda
cominciò a raccontarle del suo lavoro e delle scuole di samba: solo a Rio ce
n'erano più di tremila perché era il ballo tipico della città; infatti in altre
città del Brasile avevano balli diversi. Le scuole più importanti erano una
decina ed avevano palestre grandi come la sua ma ogni quartiere prendeva in
affitto dei locali per esercitassi. E' un grande allenamento anche atletico in
previsione dei quattro giorni e quattro notti dove si ballerà in continuazione
senza dormire perché questo é il Carnevale. Tutta questa preparazione veniva
fatta con allegria, entusiasmo ma grande serietà.
Giada ascoltava
affascinata il racconto di Florinda e quando non comprendeva qualche parola
chiedeva aiuto a Gabriel che parlava bene l'italiano.
Dopo due
settimane sarebbe stato Carnevale e Florinda le promise un posto in prima fila
per assistere alla sfilata. Su un trespolo vicino a loro c'era un esemplare di
Araraca dai colori stupendi che ogni tanto fischiava e quando qualcuno lo
interrogava rispondeva: 'samba, samba'.
Quando uscirono
dal ristorante la serata era splendida, il cielo pieno di stelle ed un profumo
dolcissimo nell'aria in quanto c'erano vicino delle piante in fiore che
emanavano un odore inebriante. L'accompagnarono a casa in auto facendole fare
un lungo giro in posti a lei sconosciuti ed allora Giada disse loro di non aver
mai visto le favelas ma di averne sentito molto parlare. I due ragazzi
risposero che era meglio non vederle perché la miseria e la degradazione erano
al massimo e che lei non si azzardasse mai a visitarle da sola. Erano la loro
spina nel fianco ed il grande neo di Rio.
Arrivati al
residence Florinda baciò Giada con affetto e lei fece altrettanto. Veramente
questi brasiliani erano come lei se li era sempre immaginati: aperti, calorosi,
ospitali e generosi.
Il venerdì
mattina successivo Mattia le telefonò per comunicarle che alla sera sarebbe
arrivato ad ora molto tarda e quindi si sarebbero potuti incontrare il sabato
mattina verso le nove.
Puntualissimo
l'aspettava nell'atrio della casa. Le strinse calorosamente la mano e:
" Che
programma abbiamo per oggi? Mare o collina?" le chiese.
" Penso
che per te che vivi in mezzo al verde, faccia piacere sdraiarsi in riva al
mare. Che ne dici di andare a Ipanema? Al pomeriggio poi potremmo visitare il
giardino botanico che mi hanno detto essere molto interessante."
"
Perfetto, mi fido di te."
Giada aveva
preparato dei tramezzini ed in una borsa frigor aveva bevande fresche. Si era
comperata un costume da bagno brasiliano con un piccolo reggiseno a triangoli
ed il tanga di un bel turchese che metteva in evidenza la splendida figura ed i
capelli ramati. Stranamente la sua carnagione era ambrata.
Mattia quando
la vide così rimase senza fiato e non poté fare a meno di dirle:
" Sei uno
schianto!"
" Si vede
che vivi in mezzo agli indios e non sei più abituato a vedere ragazze in
costume."
" Mi
dispiace contraddirti: sono sì lontano dalla civiltà ma gli occhi mi funzionano
ancora molto bene e ripeto sei uno schianto."
Rinunciarono
alla gita al giardino botanico perché preferirono rimanere ad Ipanema.
Rientrando a Rio, Giada accompagnò Mattia al suo albergo: si sarebbero rivisti
più tardi per cenare assieme.
Alla sera lo
volle condurre al ristorante dove l'avevano portata Gabriel e Florinda ed anche
a lui piacque moltissimo.
Il giorno dopo
girarono a zonzo per Rio un po' a piedi, un po' in auto e tutti e due si
entusiasmarono sempre più di questa città che, a pochi minuti da un
modernissimo grattacielo ti faceva trovare in uno scorcio di giungla. Questa la
differenzia da altre metropoli moderne che sono diventate alienanti perché
soffocate nel cemento mentre lei con il verde folto che la circonda riesce ad
essere unica al mondo.
Innegabili i
suoi grandi ed evidentissimi contrasti: da zone residenziali elegantissime ci
si trova di colpo in zone poverissime la cui massima espressione sono le
favelas.
Oltre che della
città erano entusiasti dei brasiliani che a Rio si chiamano 'cariocas' che, di
qualsiasi livello sociale siano, sono sempre gentili e disponibili.
Alle diciotto
Giada accompagnò Mattia all'aeroporto. Lui, guardandola dolcemente, le disse:
"
Permettimi di dirti che sei una ragazza eccezionale, hai il potere di far
divertire e rilassare chi ti sta vicino. Questi due giorni solo volati e sono
stati bellissimi. Penserò molto a te e fra due settimane sarò qui di nuovo:
posso contare ancora sulla tua compagnia?"
" Contaci,
perché quello che provi tu, lo provo anch'io. Sono stati giorni simpatici anche
per me e quindi ti aspetto con gioia."
A questo punto
Mattia le si avvicinò, le pose le mani sulle spalle, l'avvicinò a sé e le diede
un lievissimo bacio sulle labbra.
Mentre correva
verso l'aereo si girò per lanciarle un bacio. Giada pensierosa lo guardò
allontanarsi poi lentamente si avviò all'auto e guidò fino a casa. Dopo cena
andò sul terrazzo e cominciò a guardarsi dentro ed analizzare quella ridda di
sentimenti che provava. Finita la storia con Alessandro si era giurata che,
prima di ricominciare con un uomo, dovevano passare dei lustri e, dopo neanche
due anni si sentiva attratta da un uomo. Non poteva nascondere che Mattia le
piaceva e, per ora, non aveva trovato in lui nulla di negativo o qualcosa che
le desse noia. Era allegro, molto sensibile, educato, intelligente e, molto
importante, teneva le mani a posto, cosa assai rara: per questo motivo, a
Milano, usciva solo con amici fidatissimi.
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