giovedì 10 gennaio 2013

"e... arriva l'aurora" (4)


4)
    Il sabato seguente Gabriel Faria, uno dei suoi assistenti brasiliani, le propose di farle visitare una scuola di samba dove la sua ragazza era insegnante. Giada accettò volentieri e conobbe Florinda. Era una bella ragazza con una carnagione ambrata e liscia e con due occhi neri vivacissimi. Portava un gonnellino tutto a colori ed un reggiseno arancione su un corpo statuario. I lunghi capelli neri raccolti con un nastro le formavano una lunga coda. Era molto facile vedere a Rio ragazze così belle e quello che più colpiva era la loro simpatia e semplicità. Anche Gabriel era un bel ragazzo e formavano una coppia notevole.
    La lezione si svolgeva in una grande palestra e ci saranno stati un centinaio di giovani: tutte le ragazze portavano costumi multicolori ed i ragazzi pantaloni attillati.
    Giada si mise in un angolo ad osservare con grande interesse. Era uno spettacolo che lei aveva visto solo nelle riprese televisive del Carnevale. Questi ragazzi che ballavano il samba lo facevano con tanta bravura e concentrazione che Giada si sarebbe unita a loro. La musica prendeva talmente che non si poteva star fermi. I brasiliani hanno la musica in sé e sembra che con la loro danza vogliano esprimere il fatalismo allegro e disperato che li pervade.
    Quando la lezione terminò e tutti i ragazzi uscirono vociando, Florinda chiese a Giada se voleva fare due passi di samba. Giada si mise a ridere perché il samba che lei aveva ballato qualche volta non aveva nulla a che fare con quello che aveva visto ballare lì. Florinda cominciò a muoversi e guardandola la invitò a seguirla. Giada fece qualche passo e si sentiva terribilmente ridicola ma poi, pian piano, senza accorgersi, seguendo i movimenti si sciolse e ballò. Quando la musica finì, Florinda batté le mani e:      
    " Ma sei bravissima! Ti sai muovere come un'autentica brasiliana ma se tu ballassi con noi al prossimo carnevale ci rovineresti perché tutti guarderebbero solo te: sei troppo bella ed il colore dei tuoi capelli é fantastico. Gabriel mi aveva parlato di te ma io credevo avesse esagerato."
    Giada arrossì per il complimento e Florinda vedendola scoppiò in una risata.
    Gabriel invitò le due ragazze a cena e tutti e tre si avviarono nei paraggi della palestra, in una zona molto popolata che Giada non conosceva affatto. La portarono in una viuzza stretta dove c'era un piccolo ristorante tipico. Il locale era pieno di giovani ed un trio suonava musiche brasiliane. Si sedettero ad un tavolo di legno senza tovaglia ma molto pulito. Mangiarono la feijaorada, rondelle di cipolle fritte, bignè di formaggio, una salsa fatta di sottaceti e carne di tutti i tipi cotta allo spiedo. La cena era squisita ed il clima simpaticissimo.
    Florinda cominciò a raccontarle del suo lavoro e delle scuole di samba: solo a Rio ce n'erano più di tremila perché era il ballo tipico della città; infatti in altre città del Brasile avevano balli diversi. Le scuole più importanti erano una decina ed avevano palestre grandi come la sua ma ogni quartiere prendeva in affitto dei locali per esercitassi. E' un grande allenamento anche atletico in previsione dei quattro giorni e quattro notti dove si ballerà in continuazione senza dormire perché questo é il Carnevale. Tutta questa preparazione veniva fatta con allegria, entusiasmo ma grande serietà.
    Giada ascoltava affascinata il racconto di Florinda e quando non comprendeva qualche parola chiedeva aiuto a Gabriel che parlava bene l'italiano.
    Dopo due settimane sarebbe stato Carnevale e Florinda le promise un posto in prima fila per assistere alla sfilata. Su un trespolo vicino a loro c'era un esemplare di Araraca dai colori stupendi che ogni tanto fischiava e quando qualcuno lo interrogava rispondeva: 'samba, samba'.
    Quando uscirono dal ristorante la serata era splendida, il cielo pieno di stelle ed un profumo dolcissimo nell'aria in quanto c'erano vicino delle piante in fiore che emanavano un odore inebriante. L'accompagnarono a casa in auto facendole fare un lungo giro in posti a lei sconosciuti ed allora Giada disse loro di non aver mai visto le favelas ma di averne sentito molto parlare. I due ragazzi risposero che era meglio non vederle perché la miseria e la degradazione erano al massimo e che lei non si azzardasse mai a visitarle da sola. Erano la loro spina nel fianco ed il grande neo di Rio.
    Arrivati al residence Florinda baciò Giada con affetto e lei fece altrettanto. Veramente questi brasiliani erano come lei se li era sempre immaginati: aperti, calorosi, ospitali e generosi.
    Il venerdì mattina successivo Mattia le telefonò per comunicarle che alla sera sarebbe arrivato ad ora molto tarda e quindi si sarebbero potuti incontrare il sabato mattina verso le nove.
    Puntualissimo l'aspettava nell'atrio della casa. Le strinse calorosamente la mano e:
    " Che programma abbiamo per oggi? Mare o collina?" le chiese.
    " Penso che per te che vivi in mezzo al verde, faccia piacere sdraiarsi in riva al mare. Che ne dici di andare a Ipanema? Al pomeriggio poi potremmo visitare il giardino botanico che mi hanno detto essere molto interessante."
    " Perfetto, mi fido di te."
    Giada aveva preparato dei tramezzini ed in una borsa frigor aveva bevande fresche. Si era comperata un costume da bagno brasiliano con un piccolo reggiseno a triangoli ed il tanga di un bel turchese che metteva in evidenza la splendida figura ed i capelli ramati. Stranamente la sua carnagione era ambrata.
    Mattia quando la vide così rimase senza fiato e non poté fare a meno di dirle:
    " Sei uno schianto!"
    " Si vede che vivi in mezzo agli indios e non sei più abituato a vedere ragazze in costume."
    " Mi dispiace contraddirti: sono sì lontano dalla civiltà ma gli occhi mi funzionano ancora molto bene e ripeto sei uno schianto."
    Rinunciarono alla gita al giardino botanico perché preferirono rimanere ad Ipanema. Rientrando a Rio, Giada accompagnò Mattia al suo albergo: si sarebbero rivisti più tardi per cenare assieme.
    Alla sera lo volle condurre al ristorante dove l'avevano portata Gabriel e Florinda ed anche a lui piacque moltissimo.
    Il giorno dopo girarono a zonzo per Rio un po' a piedi, un po' in auto e tutti e due si entusiasmarono sempre più di questa città che, a pochi minuti da un modernissimo grattacielo ti faceva trovare in uno scorcio di giungla. Questa la differenzia da altre metropoli moderne che sono diventate alienanti perché soffocate nel cemento mentre lei con il verde folto che la circonda riesce ad essere unica al mondo.
    Innegabili i suoi grandi ed evidentissimi contrasti: da zone residenziali elegantissime ci si trova di colpo in zone poverissime la cui massima espressione sono le favelas.
    Oltre che della città erano entusiasti dei brasiliani che a Rio si chiamano 'cariocas' che, di qualsiasi livello sociale siano, sono sempre gentili e disponibili.
    Alle diciotto Giada accompagnò Mattia all'aeroporto. Lui, guardandola dolcemente, le disse:
    " Permettimi di dirti che sei una ragazza eccezionale, hai il potere di far divertire e rilassare chi ti sta vicino. Questi due giorni solo volati e sono stati bellissimi. Penserò molto a te e fra due settimane sarò qui di nuovo: posso contare ancora sulla tua compagnia?"
    " Contaci, perché quello che provi tu, lo provo anch'io. Sono stati giorni simpatici anche per me e quindi ti aspetto con gioia."
    A questo punto Mattia le si avvicinò, le pose le mani sulle spalle, l'avvicinò a sé e le diede un lievissimo bacio sulle labbra.
    Mentre correva verso l'aereo si girò per lanciarle un bacio. Giada pensierosa lo guardò allontanarsi poi lentamente si avviò all'auto e guidò fino a casa. Dopo cena andò sul terrazzo e cominciò a guardarsi dentro ed analizzare quella ridda di sentimenti che provava. Finita la storia con Alessandro si era giurata che, prima di ricominciare con un uomo, dovevano passare dei lustri e, dopo neanche due anni si sentiva attratta da un uomo. Non poteva nascondere che Mattia le piaceva e, per ora, non aveva trovato in lui nulla di negativo o qualcosa che le desse noia. Era allegro, molto sensibile, educato, intelligente e, molto importante, teneva le mani a posto, cosa assai rara: per questo motivo, a Milano, usciva solo con amici fidatissimi.

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