sabato 12 gennaio 2013

4° Capitolo "e... arriva l'aurora" (8)


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    I giornivolavano al lavoro ma le serate erano interminabili. Sentiva la mancanza diMattia e lei stessa era stupita di quello che provava. Si rendeva conto di nonessere mai stata innamorata prima e quello che aveva provato per Alessandro nonera certamente amore, senza paragonare poi l'intesa fisica. L'unico uomo con ilquale aveva avuto rapporti era stato Alessandro ma il paragone con Mattia nonpoteva certamente sussistere: quella sensazione di esplodere, di volare o disprofondare nel piacere lei non l'aveva mai provata prima. Solo con lui avevapotuto capire quella miriade di sensazioni che molte volte aveva letto nei librima che non puoi comprendere se non la provi.
   

    Prenotò unacamera a Foz do Iguaçu in un prestigioso albergo ai margini delle cascate.Gabriel le aveva detto che il momento migliore per la visione delle cascate eraal mattino nella parte brasiliana od al pomeriggio per la parte argentinaperché queste si trovano sul confine fra le due nazioni.
    Il venerdìpomeriggio attese Mattia all'aeroporto ed appena si videro si gettarono l'unonelle braccia dell'altra. Chi li avesse osservati poteva pensare che questi dueesseri non si vedessero da una vita: non riuscivano a staccarsi tanta eral'attrazione che c'era fra loro. Cenarono a casa ed ancora una volta furonotravolti dal desiderio e fecero l'amore con grande ardore.
    Il mattinoseguente presero l'aereo per Curitiba dove noleggiarono un'auto che li condussea Foz do Iguaçu.
    Le cascateerano bellissime, lo spettacolo imponente ed il fragore assordante. Mattia cheaveva visitato quelle del Niagara le disse che queste erano più belle e le piùgrandi del mondo. La cosa che colpì Giada fu l'arcobaleno perpetuo che siformava sopra le cascate, effetto provocato dalla nebulizzazione dell'acqua checadeva in gran quantità. Il punto più alto era di circa 90 metri e si chiamava'Gola del diavolo'. Tutt'intorno una foltissima vegetazione tropicale faceva dacontorno. Pieno zeppo di turisti si sentivano gli idiomi più disparati.
    Giada eraaffascinata dalla maestosità di quella prorompente natura che fa sentire l'uomopiccolo, impotente e poco importante ma lei in quel momento si sentiva grande epotente perché aveva vicino Mattia che, tenendola sottobraccio, la facevasentire protetta ed il sentirsi amati ti rende forte.
    Passeggiarononei dintorni ed anche in lontananza arrivava forte il rumore delle cascate.
    Presero unaguida e visitarono il Parco Naturale formato da migliaia di ettari di forestacon percorsi naturalistici. La vegetazione era molto varia e fittissima.
    Con un pulminosi recarono alla Diga di Itaipu dove presero una barca elettrica e navigaronosul lago formato dalla diga.
    Dopol'inebriante e vissuta giornata rientrarono nel loro albergo per farsi unasalutare doccia. Cenarono, su consiglio del portiere, in un curioso locale doveunitamente ad un cibo a base di pesce fu loro offerta musica dal vivo conballerine, il tutto condito con un clima di gaiezza.
    In camera, unenorme ed invitante letto fece loro suggellare una indimenticabile giornata conun rapporto intenso ed esaltante come la forza della natura che avevano ammirato.
    La domenicamattina prima di rientrare a Curitiba, si fermarono al Parco de Vila Velha,come aveva consigliato Gabriel. Curiose formazioni arenarie levigate in milionidi anni dal vento formavano delle torri. Con un ascensore scesero fino a metà diuna ripida parete in uno dei tre crateri vulcanici. Si potevano ammirare nelsotterraneo le limpide acque dorate, colore dovuto alla mica che si trova sulfondo.
    Da Curitibaripresero l'aereo per Rio e poterono osservare la particolare baia di Paranaguàcon il suo grande porto.
    Arrivarono aRio appena in tempo perché Mattia potesse prendere l'aereo per Manaus. Pochiattimi per salutarsi ma i loro occhi dicevano molto più delle parole.
    " Fraquindici giorni, amore. Non so come potrò resistere così tanto senza dite." disse Mattia.
    " Nondirlo a me! Ti amo." rispose Giada mentre Mattia correva all'imbarco.


    In settimanaMaurini venne a Rio e per i tre giorni che si trattenne Giada fu moltooccupata: di giorno il lavoro li assorbiva completamente ed alla sera lui lainvitava a cena nei posti più caratteristici. Una sera, attendendo di essereserviti, il suo capo guardandola con compiacimento le disse:
    "Decisamente l'aria brasiliana ti confà. Hai un aspetto luminoso e, se nonavessi constatato di persona tutto il lavoro che hai svolto, potrei pensare chetu vada a zonzo tutto il giorno. Non ti ho mai vista così radiosa."
    " Haragione. Mi sono ben ambientata e mi sento veramente bene. Non s'illuda peròperché per Natale me ne torno a Milano per restarci."
    " Allorami sono sbagliato, perché avrei giurato che tu ti fossi innamorata di unbrasiliano e ti volessi trattenere." e scrutandola le sorrideva.
    " Eccol'errore! Mi sono sì innamorata ma di tutti i brasiliani e poiché sono troppiper me, me ne torno sola in Italia."
    Il giorno dellapartenza, Maurini, prima di salire in auto per essere accompagnatoall'aeroporto da Paulì, prendendo la mano di Giada le disse:
    " Graziedi tutto quello che stai facendo. Non mi ero sbagliato su di te: hai svolto iltuo lavoro meglio di un uomo."
    " Ma ledonne sono superiori agli uomini. Siete voi che ancora non l'avete bencapito!" e ridendo l'abbracciò " Un bacione a Milano ed a tutti imiei colleghi."

Durante la settimana, con noncuranza, si fece dire da Gabriel il nomedelle località più interessanti da visitare e ne prese buona nota.
    Nessuno sapevadi Mattia e Giada era ben decisa a non far sapere nulla. La sua vita privataera solo sua e lei ne era gelosissima.

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