mercoledì 16 gennaio 2013

6° Capitolo "e... arriva l'aurora" (13)


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     Il lunedì, alla riapertura del cantiere,si ritrovarono tutti e, dopo i saluti e lo scambio   d'impressioni sui giorni di ferie, il lavoro riprese apieno ritmo. Gli interni erano completamente terminati ed ora si passava allerifiniture ed agli arredamenti, settori nei quali Giada primeggiava.
    I giornivolavano ma tutte le sere quando si coricava e chiudeva gli occhi, le immaginidel viaggio le si ripresentavano e le facevano compagnia fino a quando il sonnonon sopraggiungeva.
    Mattia arrivò aRio dopo tre settimane ed il venerdì sera Giada era al terminal dell'aeroportoad attenderlo. Si ritrovarono l'uno nelle braccia dell'altra e non riuscivano astaccarsi. Decisero di trascorrere i due giorni senza muoversi da Rio, standoin casa il più possibile uscendo solo per cenare.
    Il venerdìseguente Sisa sarebbe venuta a trovarla e si sarebbe trattenuta due settimane eGiada n’era felicissima. Non vedeva l'ora di riabbracciare l'amica di cui,soprattutto nei primi tempi, aveva sentito una gran mancanza. Non le aveva maiparlato di Mattia perché per telefono si raccontavano solo le cose essenzialima era sicura che l'amica avrebbe condiviso la sua felicità.
    Mattia le avevapromesso che sarebbe arrivato un venerdì mattina per poter conoscere Sisa cheripartiva nella serata.
    Quando l'amicaarrivò tutte e due si commossero tanta era la gioia di ritrovarsi: le univaun'amicizia lunga e sincera, rara a trovarsi.
    Sisa allontanòda sé Giada la guardò bene e poi:
    " Sei unoschianto! Non ti ho mai vista così bella. Hai un'aria raggiante. C'èqualcuno?"
    " Sì.Andiamo subito a casa perché dovremo parlare l’intera notte per tutto quelloche ho da raccontarti."
    " Perfetto,come ai vecchi tempi. Mi sei mancata Giada. Milano senza di te, per me, évuota."
    A Sisa piacquemoltissimo il residence ed affacciatasi al terrazzino rimase incantata.
    " Ma ésplendido! Superiore a qualsiasi attesa. Che meraviglia! E pensare che provavodispiacere per te nel saperti qui tutta sola ma tu sei in un Paradiso ed émeglio che io provi tristezza per me stessa." E ridendo abbracciò l'amica.
    Durante la cenaGiada incominciò a parlare di Mattia, di come l'aveva conosciuto, di come sierano evoluti i fatti, del loro viaggio e parlò per ore ed ore.
Sisa l'ascoltava senza parlare, attentissima al racconto dell'amica.Quando questa prese fiato le disse:
   " Da tuttoquesto fiume di parole arrivo ad una semplice deduzione: sei cotta al puntogiusto, ben biscottata e sono ultra felice per te perché é la prima volta daquando ti conosco, posso dire da una vita, che vedo questa luce nei tuoi occhi,quindi dico benedetto Mattia, uomo fortunato perché si é trovato la più dolcecreatura che esiste sulla terra."
    " Ecco lasolita Sisa che straparla per il troppo affetto ma avevo bisogno di sentirtivicina e condividere quello che provo."
    Continuarono achiacchierare fino quasi al mattino quando, stravolte, si addormentarono dicolpo.
    Si svegliaronoche il sole era altissimo ed erano affamate. Si organizzarono per il sabato ela domenica e cominciarono subito a girare per Rio perché Giada voleva farvedere a Sisa il più possibile.
    Purtroppodurante la settimana Giada era impegnatissima per il lavoro e non potevadedicarsi a Sisa ma si era accordata con Florinda che con molto piacere avevaaccompagnato l'amica nei punti più interessanti della città e dintorni.
    Al sabato ledue amiche si recarono alle cascate che entusiasmarono anche Sisa cui la naturadava grandi emozioni. Domenica arrivarono fino a Buzios dove le grosse onde leinvitarono a giocare come delfini essendo ambedue valide nuotatrici.
    La secondasettimana della sua permanenza Sisa la dedicò alla spiaggia, godendosi il mareed abbronzandosi.
    Si diederoanche allo shopping e Giada volle acquistare tanti regalini per Margherita edun bel piatto dipinto per la dolcissima Francesca.
    Solitamentealla sera uscivano a cena preferibilmente in locali dove davano spettacoli eSisa era sempre più attratta dalla simpatia ed allegria dei brasiliani.
    Naturalmente,come di loro abitudine, quando erano assieme parlavano in continuazione, vuoiperché erano state lontane tanti mesi, vuoi perché avevano sempre tantissimecose da dirsi. Le due settimane volarono per le amiche senza che se neaccorgessero ed arrivò il venerdì giorno dell'arrivo di Mattia e della partenzadi Sisa.
    Giada tenevamolto a quest'incontro perché il giudizio dell'amica era per lei importante.Andarono all'aeroporto per ricevere Mattia e la prima impressione che Sisa ebbedi lui fu positiva. Oltre all'aspetto fisico piacevole, il suo conversare eraintelligente ed interessante; molto gentile senza essere affettato e quandoparlava i suoi occhi non mollavano per un attimo quelli del suo interlocutore.
    Mattia sirivolse a Sisa:
    " So chesei grand’amica di Giada ma, credimi, anch'io ti conosco bene: potreiraccontarti episodi ed aneddoti della tua infanzia ed adolescenza che magari tustessa non ricordi più. Sei stata molte volte la protagonista dei nostridiscorsi."
    " Miauguro che la mia amica" rispose Sisa " non ti abbia fuorviato perchédevi sapere che la più spiritosa e birichina delle due é stata sempre lei. Eralei che mi trascinava ed io la seguivo come un cagnolino!"
    " Chiamalacagnolino" intervenne Giada " caso mai un mastino napoletano! Quandoqualcosa non le andava ti si piazzava davanti, ti sfidava e cresceva di almenoventi centimetri."
    " Perforza! Altrimenti la tua sopraffazione sarebbe stata completa ed io, poveratapina, sarei stata da te fagocitata." Si difese divertita Sisa.
    " Noto cheil vostro rapporto dev'essere stato tutt'altro che monotono" rise Mattia" e v’invidio perché io non ho mai avuto un vero amico."
    Rientrati a casa di Giada e rimaste sole per un attimoSisa fece i complimenti all'amica augurandole che fosse l'uomo del suo futuroin quanto le era sembrato maturo, dolce e sincero.
    Ripartita Sisa,trascorsero un tranquillo fine settimana, uscendo poco ed amandosi molto.
    In settembreMattia venne due volte. La prima volta andarono a Sao Paulo e la secondatornarono al Corcovado dove si erano conosciuti.
    Sao Paulo liimpressionò per l'immensità, il traffico e per il brulicar di gente la più eterogeneache avessero trovato in Brasile. Infatti qui tutte le razze da quelleamericane, europee, africane ed asiatiche erano ben rappresentate.
    Il lorogalattico albergo era situato nella parte sud dove si ergevano altigrattacieli, splendidi alberghi e vi erano tutte le banche del mondo.
    Ogni comunitàaveva il suo quartiere che, con la propria tradizione e cultura, era bensimboleggiata.
    Era una cittàdove trovavi in ogni persona la gioia di vivere che, comune in tutti ibrasiliani, qui era più evidente.
    Gran vitanotturna ma anche sede di grande cultura, lo dimostravano i vari musei, teatried università.
    Giada apprezzòopere architettoniche di raro valore e di diversi stili.
    Cercarono diconoscerla il più possibile ma la città era talmente estesa che ne conobberosolamente una minima parte ma convennero che era veramente interessante.
    La seconda gitaal Corcovado fu l'ultima che fecero insieme perché la settimana successivaMattia sarebbe ripartito per l'Italia.
    Da quell’incantevoleposto che dominava tutta Rio de Janeiro, restarono ancora estasiati davantiallo spettacolo che si offriva ai loro occhi. Rimasero abbracciati, commossi,senza parlare perché la loro storia era iniziata lì e finiva anche un periodomeraviglioso: tutti e due pensavano se in Italia sarebbe stato lo stesso o sequalcosa avrebbe potuto guastare la loro perfetta intesa.
    Il dieciottobre Mattia partì ed al momento di lasciarsi Giada aveva il cuore cosìpesante che le sembrava non potercela fare. Vedendola tanto disperata, Mattia,cercò di consolarla rammentandole che in fondo la loro lontananza era di brevedurata: a dicembre lei sarebbe tornata e tutto sarebbe stato come prima con illoro amore al primo posto.
    Guidando versocasa Giada decise che in quei due mesi avrebbe fatto tante di quelle cose cheil tempo sarebbe volato ed il giorno della partenza sarebbe stato vicinissimo.
    Appena sbarcatoa Milano Mattia la chiamò e fu dolcissimo confidandole che per tutto il viaggionon aveva cessato un attimo di pensare a lei.
    Questatelefonata ebbe il potere di rasserenarla.

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