giovedì 31 gennaio 2013

e... arriva l'aurora" (25)


25)
    Ad un certopunto a Giada, che si sentiva molto rilassata, lui chiese:
    " Io hotrentotto anni, e lei? Lo so che ad una bella donna non si chiede mai l'età malei é talmente giovane che non commetto scorrettezza."
    " Io ne hoventinove e come vede non più in fasce." Sorrise Giada.
    " Alloraio, dall'alto dei miei nove anni in più le chiedo di abolire il lei perché mipiace sempre instaurare un rapporto confidenziale con chi collabora con meanche se nel nostro caso non si può parlare di collaborazione ma di una miaassoluta dipendenza da lei."
    Giada scoppiò aridere:
    "Perfettamente d'accordo per il tu e ricordati bene quello che hai appena detto:non osare contraddirmi mai o confutare le mie tesi!"
    " Miavevano avvisato che eri un osso duro e questo é pane per i miei denti. Mipiace aver a che fare con persone decise. La cosa più grave che ci potràcapitare sarà quella di sfidarci a duello!" le rispose lui guardandola confinta serietà.
    Per l'ora dipranzo arrivarono alla meta: la campagna fra Assisi e Santa Maria degli Angeli.La splendida collina umbra movimentava il paesaggio e la pace tutt'intorno eraincredibile.
    Si fermaronodinanzi ad un grosso cancello in ferro battuto da cui partiva un vialetotalmente alberato ai due lati da grossi tigli che emanavano un profumofortissimo. In fondo al viale, con uno spiazzo davanti, apparve la casa:grande, squadrata, lineare, bianca con i portici, composta da piano terra eprimo piano e, unico capriccio, una torretta in cima.
    Molto terrenointorno ricco di alberi fra cui facevano spicco grossi salici, cedri del Libanoed un enorme magnolia.
     Giada erasorpresa perché non immaginava che fosse così grande e, per quello che potevavedere, così estesa. Geo Gandolfi le aveva parlato di una casa senzaspecificarle che tipo di casa e lei non pensava che questa si trovasse in uncontesto del genere.
    " Non dicinulla Giada? Ti piace? Che impressione ti ha fatto?" le chiese Geo concuriosità.
    " Non diconulla perché mi sembra la tenuta di San Rossore. Non immaginavo una cosa delgenere. E' magnifica."
    " E questoti può comportare dei problemi? Se la casa é su un fazzoletto di terra o su treettari, ci sono difficoltà o diversità per il tuo lavoro?" e la guardavasornione.
    " Nonprendermi in giro Geo! Solamente mi ero fatta l'idea della classica casa dicampagna e qui mi trovo davanti ad un villone con annessi e connessi."
    " Scherzavoarchitetto! Sono contento che ti piaccia. Io mi sono innamorato a prima vistaed in un battibaleno l'ho acquistata anche perché é stato un vero affare. Primadi entrare in casa mi devi dire se desideri andare a pranzo da qualche parte ose ti accontenti di qualche panino che Attilio può andare ad acquistarci."
    " A mebasta un panino." Precisò Giada " Anche perché sono curiosissima divedere, considerare, pensare."
    Geo diededisposizioni ad Attilio che ripartì con l'auto e loro due entrarono in casa.Era una giornata di luglio abbastanza calda ed afosa ma entrati, faceva quasifreddo. Le imposte erano spalancate perché Geo aveva incaricato il contadino,che avrebbe poi accudito la casa ed il resto durante le sue assenze, di apriretutto. Si trovarono in un enorme salone pavimentato con grosse piastrelle dicotto e qualche mobile qua e là. Nel locale vi erano due porte: una dava in unaspaziosa cucina ben arredata, con quattro grandi finestre ed una portafinestrache portava in giardino con, in un angolo, un grosso camino; l'altra porta,salendo tre gradini, conduceva in un altro ampio locale dove c'era un biliardo.Per terra delle orribili piastrelle di ceramica lucida verdi. Da questa stanzauna scala in legno di noce portava al piano superiore dove si trovavano cinquegrandi camere da letto e tre bagni con piastrelle e pavimenti dello stessostile della stanza del biliardo anche se di colori diversi. Alla fine delcorridoio una scala a chiocciola portava nella torretta, locale tutto a vetri, dacui lo sguardo spaziava e da dove l'eremo di San Francesco sembrava lì a duepassi.
    Giada non avevaancora aperto bocca e Geo, che la precedeva, non faceva domande. Arrivati allatorretta Giada esclamò:
    " Inquesto angolo di Paradiso farei il tuo studio e, seduto qui dentro, tiriconcilierai
 con il mondo intero."   
    " E' laprima cosa che ho pensato io quando ho visitato la casa: questo locale mi hasubito entusiasmato."
    Ridiscesero,uscirono in giardino e girarono intorno alla casa. Infine si sedettero sotto alportico anteriore dove c'erano due poltroncine di vimini ed un tavolino.
    "Esternami le tue impressioni con la massima sincerità." Parlò Geo.
    " La casa éin ottimo stato a parte delle rifiniture interne di dubbio gusto." SpiegòGiada.
    " Pessimogusto vorrai dire" intervenne Geo " le persone che vivevano qui eranoricchissime ma la loro recente ricchezza era pari alla loro ignoranza e cattivogusto."
    " I lavorida fare" proseguì Giada "sono parecchi ma non eccessivi. Ci sono darivedere anche alcune suddivisioni interne dei locali al piano superiore che misembrano enormi mentre al piano terra, a parte alcune modifiche, possonoandare. A proposito a te interessa la sala da biliardo?"
    " Io nonho mai giocato ma potrei sempre imparare: può essere motivo di svago. Perché melo chiedi?"
   " Semplicementeperché la stanza é molto grande, misura indispensabile per il biliardo ma senon t’interessa si potrebbero ricavare tre locali perché abbiamo solo unagrande cucina ed un salone: si otterrebbero quindi un salotto, un soggiorno,una camera di servizio e, trovo indispensabile, un bagno."
    " Hairagione. Elimina pure il biliardo e progetta come meglio credi."

Nessun commento:

Posta un commento