mercoledì 9 gennaio 2013

"e... arriva l'aurora"


   2)
  Il dieci diGennaio era il giorno della partenza e Sisa, con tutta l'équipe dello studioMaurini, l'accompagnò alla Malpensa.
    Quando l'aereocominciò a rullare Giada provò un brivido e la commozione l'assalì. Le siriempirono gli occhi di lacrime e si chiese se avesse fatto la scelta giusta.Andava in un paese lontano dove non conosceva nessuno e con poca proprietàdella lingua. Ce l'avrebbe fatta? Sarebbe stata in grado di esprimersi a fondoe non tradire la fiducia che il capo aveva riposto in lei? Lentamente, poi, sicalmò. Il ronzio dei motori le fece da sonnifero e si addormentò anche perchégli ultimi giorni erano stati frenetici ed era veramente molto stanca. Furisvegliata da una graziosissima hostess che con uno smagliante sorriso stavaservendo la colazione ai passeggeri. Si sentì rilassata, caricata e quindipronta ad affrontare la nuova avventura. Erano bastate poche ore di sonno perridarle tono e grinta.
    Dopo circaundici ore di volo ecco Rio che, l'aereo sorvolando, mostrava in tutta la suabellezza. Giada incollata al finestrino era estasiata da quello che vedeva: unalunga costa luccicante dominata da una statua luminosa in un mare argenteo. Erauno spettacolo da togliere il respiro e le sembrò che tutte quelle luci ledessero il benvenuto.
    Sbrigate lepratiche dello sbarco, si avviò all'uscita dell'aeroporto per cercare un taxiquando un ragazzo moro con spiccato accento napoletano si avvicinò e le chiese:
    "Signorina Galiardi?"
    " E leichi é?"
    " Sonostato mandato dall'architetto Maurini per accompagnarla al suo albergo."
    " Ma comefaceva a sapere che ero io?"
    " Non erapossibile sbagliarsi! L'architetto mi ha detto: Paulì, quando vedi scendere unasplendida ragazza, alta, dai capelli rossi, quella é la signorina Galiardi. Eaveva ragione!"
    Giada scoppiòin una gran risata per la simpatia del napoletano che esplodeva anche cosìlontano dall'Italia e questo inizio le sembrò di buon auspicio.
    L'albergo eramagnifico e la sua camera dava proprio sulla spiaggia di Copacabana. Avevalasciato un freddo intenso e si trovava in un clima eccezionale.
Una strana eccitazione s'impadronì di lei, avrebbe voluto uscire ecamminare su quel lungomare che, malgrado l'ora tarda, era gremito di gente edinvece dopo una lunga doccia si coricò e s'impose di riposare. Poco doposognava Margherita, la figlia di Sisa, che le veniva incontro sorridente con unmazzo di fiori gialli tenuta per mano da Paulì. Altri sogni colorati sisusseguirono fino al mattino e, quando si svegliò, si sentiva particolarmentebene.
    Fece un'ottimacolazione a base di succhi di frutta fresca e di un buon caffè all'italiana;chiamò un taxi per recarsi in cantiere. Aveva indossato un abito verde mentamolto sobrio, sandaletti neri ed un cerchio nei capelli che le ricadevano agrandi riccioli sulle spalle.
    L'edificio incostruzione, che distava circa sei chilometri dal suo albergo verso Ipane-ma,era già a buon punto. Lo studio Maurini era stato ingaggiato dalla compagniapetrolifera proprietaria dell'edificio per le rifiniture e per la sistemazionedell'arredamento negli interni. Era di venti piani e l'esterno era lineare ma,ultimato con l'apporto del loro lavoro, per il quale avevano escogitato grandinovità, sarebbe stato una cosa notevole.
    Giada aveva adisposizione due locali arredati sommariamente e da lì avrebbe seguito e svoltoil lavoro.
    Fu ricevuta daPaulì che era il capo cantiere e che la presentò a tutti gli altri: c'erano fragli operai tre italiani mentre tutti gli altri erano brasiliani. Occhi pienid'ammirazione la seguirono e la maggior parte rimase sorpresa non solo perchéfosse una donna a dirigerli ma anche perché così bella. I capelli fiammantifacevano risaltare due occhi di un blu intenso e alcune lentiggini sulle guancele davano un aria da bambina che però contrastava con uno splendido corpo dadonna: da sempre questo contrasto aveva colpito gli uomini. Aveva un'eleganzainnata ed anche ora, con quel semplice abitino, si muoveva come se indossasseun Valentino autentico. Il suo carattere metteva tutti a proprio agio, eragentile e sorridente con tutti ma si comprendeva subito che con lei non sipotevano prendere confidenze. Se qualcuno osava, i suoi occhi, normalmentedolci, diventavano di ghiaccio ed innanzi a lei si ergeva un muro.
    Dopo un po' ditempo tutti avevano ben compreso le sue capacità e la sua serietà e facevano agara per rendersi utili.
    Per i primiquindici giorni, nei quali Giada si dedicò completamente al lavoro, non ebbetempo per girare. Solo alla domenica approfittava per fare qualche esplorazionema soprattutto trascorreva le ore libere in riva al mare.
    In albergo sitrovava benissimo ma sentiva la necessità di crearsi qualcosa di più personale.Cercò e prese in affitto un residence sempre sul mare composto da: soggiornocon spazioso terrazzo pieno di fiori e di piante che lei adorava, cucinaabitabile, camera da letto molto spaziosa e bagno. Molte volte pensava allepiante lasciate a Milano in custodia al portiere e si augurava di trovarle inbuona salute al suo ritorno.
    Iniziò quindiun nuovo tipo di vita perché, cucinando alla sera, la obbligò ad andare pernegozi e prendere viva parte alla vera vita della città che sempre più lepiaceva come i suoi abitanti. Aveva a disposizione l'auto della ditta che lepermetteva di essere indipendente.
    Qualche voltala nostalgia l'assaliva ed allora telefonava in Italia ai suoi amici i qualidimostravano grande invidia, anche se affettuosa, nei suoi riguardi e questo lebastava per sentirsi vicina al suo paese.
    Maurini era giàvenuto una volta ed era rimasto soddisfattissimo del procedere dei lavori.Giada aveva due validi assistenti brasiliani ed il loro affiatamento eraconfermato dai risultati.
    Paulì avevavoluto insistentemente che lei andasse a cena a casa sua per presentarlemoglie, due figli e per mangiare gli spaghetti alla napoletana e Giada accettòvolentieri. Le venne ad aprire Maria, la moglie, che appena la vide con grandespontaneità l'abbracciò, dimostrandole la sua contentezza nell'averla con loro.Sopraggiunsero i due figli, Domenico e Marisa, di sette e cinque anni che conun gran sorriso le strinsero la mano. Si misero a tavola ed oltre ad un'ottimacena Giada si gustò il calore di una famiglia che a lei tanto mancava. Eranonapoletani di Forcella ed erano in Brasile da tre anni. A lei era moltospiaciuto lasciare Napoli ma poiché Paulì aveva deciso, lo aveva seguitoimmediatamente. Era una bella donna sui trent'anni con occhi e capellinerissimi, un po' appesantita forse dalle due maternità ma dotata di unasimpatia e di un calore tutto meridionale che ebbe il potere di far sentireGiada a proprio agio. La loro gentilezza ed ospitalità la conquistaronotalmente che non s'accorse fosse già sopraggiunta mezzanotte.
    Tornando nelsuo appartamento Giada ricordò degli amici napoletani dei suoi genitori che,quando venivano a trovarli a Milano, la coprivano di regali e che quando lorosi recavano a Napoli erano trattati come principi: diventavano il centro ditutte le loro attenzioni possibili ed immaginabili, perché per loro l'amicizia ésacra e quando la offrono a qualcuno la difendono strenuamente.

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