sabato 12 gennaio 2013

3° Capitolo "e... arriva l'aurora" (6)


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6)
    Il giovedì Mattia le telefonò per comunicarle che anticipava di alcune ore la partenza e quindi alle sedici sarebbe atterrato a Rio.
    Giada senza pensarci un attimo gli disse:
    " Ti farebbe piacere cenare da me?"
    " E me lo chiedi? Speravo che prima o poi me lo chiedessi."
    " Allora ti aspetto. Ti conviene passare prima all'albergo e quindi proseguire per casa mia. Io uscirò prima dall'ufficio così preparerò qualcosa. Non aspettarti nulla di trascendentale ma almeno staremo belli tranquilli."
    " Ai tuoi ordini! Ci vediamo da te."
    Voleva preparare una cena alla milanese e quindi andò in un negozio che vendeva specialità italiane e fece gli acquisti necessari.
    Il residence era molto carino ed accogliente. Spostò un po' il tavolo verso la portafinestra e lo apparecchiò come piaceva a lei: una tovaglia blu notte, piatti bianchi in porcellana, posate celesti e doppi bicchieri di cristallo. Al centro una splendida composizione di orchidee dalle tonalità rosate, fiori molto comuni in Brasile e diversi dalle qualità che lei conosceva in Italia.
    Guardò con soddisfazione l'operato: il colpo d'occhio era notevole.
    Giada era stata abituata fin da bambina a preparare le tavole con ricercatezza. La sua mamma, donna di notevole buon gusto, le aveva tramandato questa abilità che metteva in pratica anche mangiando da sola. In Italia, agli amici che la prendevano in giro per questa sua prerogativa, rispondeva che il vino assumeva un'altra fragranza se bevuto nel cristallo e l'aroma del caffè si esaltava nella porcellana. Tutti però andavano sempre molto volentieri a cena da lei. Si poteva anche accontentare di un panino ma avendo innato il gusto del bello non poteva rinunciare a questo suo modo di essere. Anche l'arredo più semplice, con il suo buon gusto, veniva valorizzato.
    Quando aveva affittato l'appartamento, tra l'altro nuovo ed accogliente, aveva subito acquistato un copriletto color turchese che, con il bianco dei mobili della camera, dava un senso di allegria e spaziosità. Aveva adornato le pareti con stampe coloratissime. Sulla parete piastrellata bianca della cucina, aveva attaccato fiori in ceramica colorata che davano un aspetto gioioso e sulle mensole molte ochette in varie pose; allegri asciugapiatti ed una simpatica tovaglia a cuoricini colorati, comperata a suo tempo a Cortina D'Ampezzo, completavano l'arredo. Nel bagno con piastrelle color rosa intenso, aveva messo un grosso tappeto blu elettrico e pure gli asciugami erano dello stesso colore. Sotto la finestra una composizione di fiordalisi, faceva un bel contrasto con le piastrelle. Nella piccola entrata, su una parete, aveva attaccato dei piattini colorati che aveva comperato a Rio e che facevano parte dell'artigianato del Pernambuco. Nel soggiorno c'era un divano doppio in tessuto fantasia chiaro, un tavolino basso in cristallo, dove Giada aveva posto un piatto coloratissimo pieno di caramelle. C'era un mobile in legno chiaro metà a libreria e metà chiuso con ante dove c'erano libri, oggettini vari acquistati nel suo girovagare per Rio ed il televisore. In un angolo il tavolo dello stesso legno del mobile con le sedie imbottite nel medesimo tessuto del divano. Si era fatta mandare da Sisa, a mezzo Maurini, due stampe a fiori del Cascella e le aveva appese alle due pareti libere. Gli infissi erano in acciaio e le tende bianche come bianche erano le pareti di tutte le stanze. Non vi erano lampadari centrali ma solo luci alogene ai lati che davano una perfetta illuminazione.
    Preparati gli aperitivi a base di Martini e frutta tropicale, li aveva messi in frigor. Gli ingredienti per il risotto alla milanese erano pronti, le cotolette panate erano solo da cuocere e l'insalata mista solo da condire. Una bottiglia di Pinot grigio era ben ghiacciata. Con i succosi e deliziosi ananas locali aveva preparato una torta che in Italia solitamente faceva con le mele. Mentre pensava se tutto era a posto, suonò il citofono ed il portiere le disse che il signor Bonini chiedeva di lei.
    Andò sulla porta di casa ed aspettò che lui uscisse dall'ascensore, gli andò incontro e lui l'abbracciò con vigore cosa che non la disturbò affatto. Dopo averle consegnato una bottiglia di champagne Mattia entrò nel soggiorno ed emise un fischio:
    " Quant'è bello qui! Ma é un Paradiso!" si guardava in giro con aria ammirata e: " Il contrasto di quello che vedo a quello a cui sono abituato, nel vivere da semi selvaggio, é troppo violento. Penso mi verrà un attacco d'invidia." e sorridendo le prese le mani " Il tuo tocco lo si vede nei minimi particolari: sei una di quelle creature che fa diventar bello tutto ciò che le circonda."
    Giada staccandosi lo precedette sul terrazzo dove c'era un dondolo circondato da pianete di vari tipi di cui molte fiorite. L'oceano spaziava davanti ai loro occhi e sotto di loro la vita era frenetica; fra quelle piante e quello splendido cielo, sembrava un pezzetto di Paradiso.
    Si sedettero sul dondolo felici di sentirsi vicini e per alcuni minuti nessuno dei due parlò. Poi Mattia:
    " Ti sono molto grato di avermi invitato a casa tua. Volevo vedere dove vivevi per conoscerti più profondamente. In questo periodo ho pensato molto a te e più ti pensavo, più sognavo di averti vicina. Vorrei dirti tante cose ed esprimerti quello che penso ma ho capito che con te devo procedere come una lumaca. Sei molto diversa dalle ragazze che ho conosciuto fino ad ora ma quello che ho ben capito é che tu sei speciale. Quando ti ho vista la prima volta sono stato colpito dalla tua non comune bellezza ma poi,  frequentandoti, ho scoperto, almeno in parte, quanto sei bella dentro. Non so se riesco a farmi ben comprendere ma ti dico semplicemente che mi hai stregato."
    Giada ascoltava Mattia ad occhi socchiusi e tutte le sue parole scendevano lentamente in lei dandole un senso di beatitudine: sarebbe stata ore ad ascoltarlo. I suoi complimenti le facevano un gran piacere, cosa molto strana perché di solito questi la mettevano a disagio. Gli sorrise:
    " Anch'io ho pensato a te e sono contenta che tu sia qui."
    Mattia, guardando i riflessi di fuoco nei capelli di Giada, creati dai raggi del sole che stava tramontando, perdendosi in quegli occhi blu dai riflessi pervinca, sentì la voglia irresistibile di baciarla. La strinse a sé e la baciò. Fu un bacio lungo ed appassionato che fece sentire 'le campane' a tutti e due. Seguirono altri baci che li lasciarono senza forze, abbracciati davanti ad uno spettacolo che sembrava un dipinto: il sole si era tuffato in mare ed una luce rossa si espandeva su Rio.

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