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Il giovedì
Mattia le telefonò per comunicarle che anticipava di alcune ore la partenza e
quindi alle sedici sarebbe atterrato a Rio.
Giada senza
pensarci un attimo gli disse:
" Ti
farebbe piacere cenare da me?"
" E me lo
chiedi? Speravo che prima o poi me lo chiedessi."
" Allora
ti aspetto. Ti conviene passare prima all'albergo e quindi proseguire per casa
mia. Io uscirò prima dall'ufficio così preparerò qualcosa. Non aspettarti nulla
di trascendentale ma almeno staremo belli tranquilli."
" Ai tuoi
ordini! Ci vediamo da te."
Voleva
preparare una cena alla milanese e quindi andò in un negozio che vendeva
specialità italiane e fece gli acquisti necessari.
Il residence
era molto carino ed accogliente. Spostò un po' il tavolo verso la portafinestra
e lo apparecchiò come piaceva a lei: una tovaglia blu notte, piatti bianchi in
porcellana, posate celesti e doppi bicchieri di cristallo. Al centro una
splendida composizione di orchidee dalle tonalità rosate, fiori molto comuni in
Brasile e diversi dalle qualità che lei conosceva in Italia.
Guardò con
soddisfazione l'operato: il colpo d'occhio era notevole.
Giada era stata abituata fin da bambina a
preparare le tavole con ricercatezza. La sua mamma, donna di notevole buon
gusto, le aveva tramandato questa abilità che metteva in pratica anche
mangiando da sola. In Italia, agli amici che la prendevano in giro per questa
sua prerogativa, rispondeva che il vino assumeva un'altra fragranza se bevuto
nel cristallo e l'aroma del caffè si esaltava nella porcellana. Tutti però
andavano sempre molto volentieri a cena da lei. Si poteva anche accontentare di
un panino ma avendo innato il gusto del bello non poteva rinunciare a questo
suo modo di essere. Anche l'arredo più semplice, con il suo buon gusto, veniva
valorizzato.
Quando aveva
affittato l'appartamento, tra l'altro nuovo ed accogliente, aveva subito
acquistato un copriletto color turchese che, con il bianco dei mobili della
camera, dava un senso di allegria e spaziosità. Aveva adornato le pareti con
stampe coloratissime. Sulla parete piastrellata bianca della cucina, aveva
attaccato fiori in ceramica colorata che davano un aspetto gioioso e sulle mensole
molte ochette in varie pose; allegri asciugapiatti ed una simpatica tovaglia a
cuoricini colorati, comperata a suo tempo a Cortina D'Ampezzo, completavano
l'arredo. Nel bagno con piastrelle color rosa intenso, aveva messo un grosso
tappeto blu elettrico e pure gli asciugami erano dello stesso colore. Sotto la
finestra una composizione di fiordalisi, faceva un bel contrasto con le
piastrelle. Nella piccola entrata, su una parete, aveva attaccato dei piattini
colorati che aveva comperato a Rio e che facevano parte dell'artigianato del
Pernambuco. Nel soggiorno c'era un divano doppio in tessuto fantasia chiaro, un
tavolino basso in cristallo, dove Giada aveva posto un piatto coloratissimo
pieno di caramelle. C'era un mobile in legno chiaro metà a libreria e metà
chiuso con ante dove c'erano libri, oggettini vari acquistati nel suo
girovagare per Rio ed il televisore. In un angolo il tavolo dello stesso legno
del mobile con le sedie imbottite nel medesimo tessuto del divano. Si era fatta
mandare da Sisa, a mezzo Maurini, due stampe a fiori del Cascella e le aveva
appese alle due pareti libere. Gli infissi erano in acciaio e le tende bianche
come bianche erano le pareti di tutte le stanze. Non vi erano lampadari
centrali ma solo luci alogene ai lati che davano una perfetta illuminazione.
Preparati gli
aperitivi a base di Martini e frutta tropicale, li aveva messi in frigor. Gli
ingredienti per il risotto alla milanese erano pronti, le cotolette panate
erano solo da cuocere e l'insalata mista solo da condire. Una bottiglia di
Pinot grigio era ben ghiacciata. Con i succosi e deliziosi ananas locali aveva
preparato una torta che in Italia solitamente faceva con le mele. Mentre
pensava se tutto era a posto, suonò il citofono ed il portiere le disse che il
signor Bonini chiedeva di lei.
Andò sulla
porta di casa ed aspettò che lui uscisse dall'ascensore, gli andò incontro e
lui l'abbracciò con vigore cosa che non la disturbò affatto. Dopo averle
consegnato una bottiglia di champagne Mattia entrò nel soggiorno ed emise un
fischio:
" Quant'è
bello qui! Ma é un Paradiso!" si guardava in giro con aria ammirata e:
" Il contrasto di quello che vedo a quello a cui sono abituato, nel vivere
da semi selvaggio, é troppo violento. Penso mi verrà un attacco d'invidia."
e sorridendo le prese le mani " Il tuo tocco lo si vede nei minimi
particolari: sei una di quelle creature che fa diventar bello tutto ciò che le
circonda."
Giada
staccandosi lo precedette sul terrazzo dove c'era un dondolo circondato da
pianete di vari tipi di cui molte fiorite. L'oceano spaziava davanti ai loro
occhi e sotto di loro la vita era frenetica; fra quelle piante e quello
splendido cielo, sembrava un pezzetto di Paradiso.
Si sedettero
sul dondolo felici di sentirsi vicini e per alcuni minuti nessuno dei due parlò.
Poi Mattia:
" Ti sono
molto grato di avermi invitato a casa tua. Volevo vedere dove vivevi per
conoscerti più profondamente. In questo periodo ho pensato molto a te e più ti
pensavo, più sognavo di averti vicina. Vorrei dirti tante cose ed esprimerti
quello che penso ma ho capito che con te devo procedere come una lumaca. Sei
molto diversa dalle ragazze che ho conosciuto fino ad ora ma quello che ho ben
capito é che tu sei speciale. Quando ti ho vista la prima volta sono stato
colpito dalla tua non comune bellezza ma poi, frequentandoti, ho scoperto, almeno in parte, quanto sei
bella dentro. Non so se riesco a farmi ben comprendere ma ti dico semplicemente
che mi hai stregato."
Giada ascoltava
Mattia ad occhi socchiusi e tutte le sue parole scendevano lentamente in lei
dandole un senso di beatitudine: sarebbe stata ore ad ascoltarlo. I suoi
complimenti le facevano un gran piacere, cosa molto strana perché di solito
questi la mettevano a disagio. Gli sorrise:
" Anch'io
ho pensato a te e sono contenta che tu sia qui."
Mattia, guardando i
riflessi di fuoco nei capelli di Giada, creati dai raggi del sole che stava
tramontando, perdendosi in quegli occhi blu dai riflessi pervinca, sentì la
voglia irresistibile di baciarla. La strinse a sé e la baciò. Fu un bacio lungo
ed appassionato che fece sentire 'le campane' a tutti e due. Seguirono altri
baci che li lasciarono senza forze, abbracciati davanti ad uno spettacolo che
sembrava un dipinto: il sole si era tuffato in mare ed una luce rossa si
espandeva su Rio.
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