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Erano i primi
di luglio, il caldo si faceva sentire e lei non aveva fatto alcun progetto per
le vacanze d’agosto e non aveva nessuna voglia di muoversi.
Un pomeriggio
Giada fu chiamata nell'ufficio di Maurini.
" Vieni
Giada che ti voglio presentare il professor Gandolfi. Professore le presento
l'architetto Galiardi."
Giada
sorridendo tese la mano ad un uomo giovane ma completamente canuto e la
freschezza del viso era ancor più contrastante con il colore dei capelli. Poco
più alto di lei, elegante, con un sorriso accattivante: nell'insieme un uomo
che si guardava volentieri.
"
Sediamoci e parliamo." Disse Maurini e quando si furono accomodati continuò
rivolgendosi a Giada " Il professore, amico di un mio amico, ha acquistato
una casa in Umbria, la vuole riattare ed ha chiesto la nostra collaborazione.
Vuole lasciare rustica la parte esterna e rendere funzionale la parte interna
senza nulla togliere allo stile attuale. Questo, Giada, é un lavoro per te ed
ho detto al professore che, se tu accetti, lui sarà soddisfattissimo del
risultato."
" Ma dove,
come, quando...?" chiese Giada " Siamo già a luglio, ad agosto non si
lavora e se il professore ha premura..."
" Nessuna
premura architetto!" intervenne Gandolfi " Ho tutto il tempo che
voglio perché é una casa che mi preparo per quando sarò vecchio e, per ora, mi
servirà soltanto per andare a disintossicarmi quando sarò 'avvelenato' dal
troppo lavoro. La mia famiglia é originaria di Assisi ed io, pur vivendo a
Milano, ho là le mie radici."
" L'Umbria
é splendida." Rispose Giada " Ed é una terra che ha il potere di
infondere tanta pace."
" La
conosce bene?" chiese il professore.
" Non
benissimo ma quel tanto che basta per giudicarla una delle più belle regioni
italiane."
" Allora
che decide? Accetta? Ne sarei felicissimo perché mi é stato riferito che lei é
molto in gamba."
" Immagino
chi glielo può aver riferito" disse Giada ridendo mentre guardava Maurini
" ma non creda a tutto quello che le dicono."
" Giada,
allora? Che ne pensi? So che é un lavoro che ti gratificherebbe ma la decisione
é solo tua." Chiese Maurini.
" Come si
potrebbe fare?" si rivolse a loro Giada.
"
Semplicissimo." Rispose Gandolfi " Faremmo una visita di un paio di
giorni per vedere la casa. Lei potrebbe scattare fotografie, prendere le misure
e controllare le cose più importanti. In seguito, qui a Milano, studierebbe le
soluzioni e quando il progetto fosse pronto si organizzerebbero i rifacimenti.
Ho un amico in loco costruttore e ci potremmo appoggiare a lui ma anche in
questo sarà solo lei a decidere. Le do carta bianca in tutto, le basta?"
Giada era
pensierosa, il lavoro l'attirava molto perché una cosa che le piaceva
tantissimo era trovare soluzioni in costruzioni già esistenti dove, oltre alla
fantasia, si dovevano attuare risoluzioni fondamentali e le cose difficili la
pungolavano. In più niente la legava a Milano e se anche si doveva allontanare
per alcuni giorni nessuno avrebbe sentito la sua mancanza. L'Umbria poi era una
terra che amava.
I due uomini la
guardavano e attendevano silenziosi la sua risposta. Maurini aveva ben intuito
che a Giada era successo qualcosa al ritorno dal Brasile che le aveva tolto
quell'aria raggiante e quindi non voleva assolutamente influenzarla.
Geo Gandolfi
che era stato colpito da questa bella ragazza dallo sguardo intelligente,
sperava che accettasse ma, da buon conoscitore di uomini, aveva compreso che si
trattava di una persona con forte personalità e non condizionabile.
Giada ruppe il
silenzio e guardando il professore:
" Si può
fare. Se le cose sono veramente come lei me le ha prospettate, senza l'assillo
del tempo, si può fare. Quando mi prendo un impegno lo voglio portare a termine
come voglio ed intendo io. Ho molti altri lavori in corso, l'architetto Maurini
lo sa e mi piace comportarmi bene con tutti."
" Questo
le fa molto onore." Le disse Gandolfi " Sono certo che noi due
andremo d'accordo."
" Lo spero." Rispose Giada.
" Lo spero." Rispose Giada.
Presero accordi
per fare una visita alla casa la settimana dopo, si salutarono ed il professore
uscì. Rimasti soli, Giada chiese al capo:
"
Professore di che cosa?"
"
Esattamente non lo so ma credo in Economia. E' un cervellone plurilaureato. Ha
una mansione direttiva, di gran prestigio, presso una multinazionale ed ha una
cattedra alla Bocconi. Il mio amico che me lo ha presentato ha detto che é un
uomo a posto e ci si può fidare."
" In ogni caso architetto, prima di decidere voglio vedere la casa e prendere visione di tutto."
" Questo é sottinteso! Devi essere ben convinta che il lavoro si possa fare alla nostra maniera. Stando poi qualche giorno con Gandolfi lo potrai conoscere meglio e capire se é veramente un uomo facile ed accomodante come appare."
" In ogni caso architetto, prima di decidere voglio vedere la casa e prendere visione di tutto."
" Questo é sottinteso! Devi essere ben convinta che il lavoro si possa fare alla nostra maniera. Stando poi qualche giorno con Gandolfi lo potrai conoscere meglio e capire se é veramente un uomo facile ed accomodante come appare."
" Su questo lasci fare a me: gli
farò un check-up!"
" Non
avevo dubbi." Rise Maurini.
Alla sera
telefonò a Sisa e le raccontò del nuovo lavoro che le era stato offerto e
l'amica fu felice perché ogni cosa che potesse distrarla era benvenuta.
" Questo
professore che tipo é?" Chiese Sisa.
" Sembra
simpatico" rispose Giada "e affidabile."
"
Fisicamente?"
" Normale!
Se anche fosse Polifemo sarebbe la stessa cosa. E' per me un cliente
asessuato!"
Sisa scoppiò a ridere:
Sisa scoppiò a ridere:
" Giada sei
grande! Adesso anche senza sesso?"
" Per me sì,
e penso che continuerò così per un bel pezzo."
Il venerdì
seguente Giada partì per l'Umbria con Gandolfi. Si sarebbero trattenuti fino
alla domenica. Alle otto lui la passò a prendere con un macchinone blu con
autista e comodamente seduti partirono. L'autista era una persona di mezza età
che guidava bene e dolcemente. Si fermarono ad un grill sull'autostrada ed il
professore volle che anche Attilio, l'autista, prendesse un caffè con loro e
questi sembrava gli fosse affezionato. Il viaggio fu piacevole perché Gandolfi
era una buona compagnia: sapeva parlare e sapeva ascoltare. Le spiegò di essere
laureato in Economia Finanziaria ed in Giurisprudenza, di avere una cattedra
all'università e di lavorare per una società. Parlava di tutto questo con gran
semplicità e modestia senza far pesare la sua alta carica presso questa società.
Furono
interrotti spessissimo dal cellulare di Gandolfi che era sempre molto conciso
nelle risposte e, senza volerlo ascoltare, Giada comprese che doveva avere
grandi responsabilità e molte decisioni da prendere.
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