giovedì 31 gennaio 2013

13° Capitolo "e... arriva l'aurora" (24)


13

24)
    Erano i primi di luglio, il caldo si faceva sentire e lei non aveva fatto alcun progetto per le vacanze d’agosto e non aveva nessuna voglia di muoversi.
    Un pomeriggio Giada fu chiamata nell'ufficio di Maurini.
    " Vieni Giada che ti voglio presentare il professor Gandolfi. Professore le presento l'architetto Galiardi."
    Giada sorridendo tese la mano ad un uomo giovane ma completamente canuto e la freschezza del viso era ancor più contrastante con il colore dei capelli. Poco più alto di lei, elegante, con un sorriso accattivante: nell'insieme un uomo che si guardava volentieri.
    " Sediamoci e parliamo." Disse Maurini e quando si furono accomodati continuò rivolgendosi a Giada " Il professore, amico di un mio amico, ha acquistato una casa in Umbria, la vuole riattare ed ha chiesto la nostra collaborazione. Vuole lasciare rustica la parte esterna e rendere funzionale la parte interna senza nulla togliere allo stile attuale. Questo, Giada, é un lavoro per te ed ho detto al professore che, se tu accetti, lui sarà soddisfattissimo del risultato."
    " Ma dove, come, quando...?" chiese Giada " Siamo già a luglio, ad agosto non si lavora e se il professore ha premura..."
    " Nessuna premura architetto!" intervenne Gandolfi " Ho tutto il tempo che voglio perché é una casa che mi preparo per quando sarò vecchio e, per ora, mi servirà soltanto per andare a disintossicarmi quando sarò 'avvelenato' dal troppo lavoro. La mia famiglia é originaria di Assisi ed io, pur vivendo a Milano, ho là le mie radici."
    " L'Umbria é splendida." Rispose Giada " Ed é una terra che ha il potere di infondere tanta pace."           
    " La conosce bene?" chiese il professore.
    " Non benissimo ma quel tanto che basta per giudicarla una delle più belle regioni italiane."
    " Allora che decide? Accetta? Ne sarei felicissimo perché mi é stato riferito che lei é molto in gamba."
    " Immagino chi glielo può aver riferito" disse Giada ridendo mentre guardava Maurini " ma non creda a tutto quello che le dicono."
    " Giada, allora? Che ne pensi? So che é un lavoro che ti gratificherebbe ma la decisione é solo tua." Chiese Maurini.
    " Come si potrebbe fare?" si rivolse a loro Giada.
    " Semplicissimo." Rispose Gandolfi " Faremmo una visita di un paio di giorni per vedere la casa. Lei potrebbe scattare fotografie, prendere le misure e controllare le cose più importanti. In seguito, qui a Milano, studierebbe le soluzioni e quando il progetto fosse pronto si organizzerebbero i rifacimenti. Ho un amico in loco costruttore e ci potremmo appoggiare a lui ma anche in questo sarà solo lei a decidere. Le do carta bianca in tutto, le basta?"
    Giada era pensierosa, il lavoro l'attirava molto perché una cosa che le piaceva tantissimo era trovare soluzioni in costruzioni già esistenti dove, oltre alla fantasia, si dovevano attuare risoluzioni fondamentali e le cose difficili la pungolavano. In più niente la legava a Milano e se anche si doveva allontanare per alcuni giorni nessuno avrebbe sentito la sua mancanza. L'Umbria poi era una terra che amava.
    I due uomini la guardavano e attendevano silenziosi la sua risposta. Maurini aveva ben intuito che a Giada era successo qualcosa al ritorno dal Brasile che le aveva tolto quell'aria raggiante e quindi non voleva assolutamente influenzarla.
    Geo Gandolfi che era stato colpito da questa bella ragazza dallo sguardo intelligente, sperava che accettasse ma, da buon conoscitore di uomini, aveva compreso che si trattava di una persona con forte personalità e non condizionabile.
    Giada ruppe il silenzio e guardando il professore:
    " Si può fare. Se le cose sono veramente come lei me le ha prospettate, senza l'assillo del tempo, si può fare. Quando mi prendo un impegno lo voglio portare a termine come voglio ed intendo io. Ho molti altri lavori in corso, l'architetto Maurini lo sa e mi piace comportarmi bene con tutti."
    " Questo le fa molto onore." Le disse Gandolfi " Sono certo che noi due andremo d'accordo."
    " Lo spero." Rispose Giada.
    Presero accordi per fare una visita alla casa la settimana dopo, si salutarono ed il professore uscì. Rimasti soli, Giada chiese al capo:
    " Professore di che cosa?"        
    " Esattamente non lo so ma credo in Economia. E' un cervellone plurilaureato. Ha una mansione direttiva, di gran prestigio, presso una multinazionale ed ha una cattedra alla Bocconi. Il mio amico che me lo ha presentato ha detto che é un uomo a posto e ci si può fidare."
    " In ogni caso architetto, prima di decidere voglio vedere la casa e prendere visione di tutto."
    " Questo é sottinteso! Devi essere ben convinta che il lavoro si possa fare alla nostra maniera. Stando poi qualche giorno con Gandolfi lo potrai conoscere meglio e capire se é veramente un uomo facile ed accomodante come appare."
    " Su questo lasci fare a me: gli farò un check-up!"
    " Non avevo dubbi." Rise Maurini.
    Alla sera telefonò a Sisa e le raccontò del nuovo lavoro che le era stato offerto e l'amica fu felice perché ogni cosa che potesse distrarla era benvenuta.
    " Questo professore che tipo é?" Chiese Sisa.
    " Sembra simpatico" rispose Giada "e affidabile."
    " Fisicamente?"
    " Normale! Se anche fosse Polifemo sarebbe la stessa cosa. E' per me un cliente asessuato!"
    Sisa scoppiò a ridere:
    " Giada sei grande! Adesso anche senza sesso?"
    " Per me sì, e penso che continuerò così per un bel pezzo."
    Il venerdì seguente Giada partì per l'Umbria con Gandolfi. Si sarebbero trattenuti fino alla domenica. Alle otto lui la passò a prendere con un macchinone blu con autista e comodamente seduti partirono. L'autista era una persona di mezza età che guidava bene e dolcemente. Si fermarono ad un grill sull'autostrada ed il professore volle che anche Attilio, l'autista, prendesse un caffè con loro e questi sembrava gli fosse affezionato. Il viaggio fu piacevole perché Gandolfi era una buona compagnia: sapeva parlare e sapeva ascoltare. Le spiegò di essere laureato in Economia Finanziaria ed in Giurisprudenza, di avere una cattedra all'università e di lavorare per una società. Parlava di tutto questo con gran semplicità e modestia senza far pesare la sua alta carica presso questa società.
    Furono interrotti spessissimo dal cellulare di Gandolfi che era sempre molto conciso nelle risposte e, senza volerlo ascoltare, Giada comprese che doveva avere grandi responsabilità e molte decisioni da prendere.

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