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Quando
l'aereo stava per atterrare alla Malpensa il cuore di Giada cominciò a
viaggiare a ruota libera: fra poco sarebbe stata fra le braccia di Mattia e le
sembrava di essere una ragazzina al suo primo appuntamento.
Mattia
l'attendeva al terminal e lei volò letteralmente da lui. Fu un abbraccio così
intenso che rimasero senza fiato. Giada era talmente felice di essere fra le
braccia del suo uomo che non si accorse neppure del freddo intenso, clima tanto
diverso da quello che aveva lasciato.
Seduti
nell'auto di Mattia, prima di ripartire per Milano, si baciarono e compresero
che nulla era cambiato fra di loro.
Dopo essere
rimasta sola Giada aveva venduto la casa in cui aveva vissuto con i suoi
genitori perché troppo grande e, sempre in zona Città Studi, ne aveva
acquistata una più piccola composta da: sala/soggiorno, grande cucina con
terrazzo, camera da letto, bagno e guardaroba con annesso bagno di servizio.
Era molto affezionata a questa casa e le sue capacità le avevano permesso di
renderla molto accogliente.
Mattia
l'accompagnò e salì con lei. Dopo aver alzato le tapparelle e ripreso possesso
della casa, con lui accanto si sentì veramente felice. Tutto era a posto perché
la moglie del custode l'aveva curata per tutto l'anno ed in soggiorno le aveva
fatto trovare una fiorita pianta di ciclamini rossi.
Fece visitare
l'appartamento a Mattia che lo trovò eccezionale e finalmente poterono fare
l'amore con tutta la passione di cui erano capaci.
Era venerdì,
Giada avrebbe ripreso il lavoro il lunedì successivo e quindi avevano due
giorni tutti per loro. Andarono a far la spesa in un supermercato, felici come
due ragazzini, acquistando un mucchio di cose inutili. Cucinarono, si
raccontarono gli ultimi due mesi trascorsi, guardarono la televisione e si
amarono: era tutto così normale, così naturale, che sembrava avessero vissuto
sempre insieme. Ad un certo punto Giada guardò Mattia e:
" Ed
ora?"
" Ed ora
cosa?" rispose Mattia.
" Come ci
organizziamo con te a Como ed io a Milano? Non mi hai mai raccontato nulla di
Como, so solo che hai una casa ma non so neppure dove sia. Mi piacerebbe
vederla."
" Niente a
che fare con questa tua! E' situata verso Cernobbio, é molto semplice e poco
organizzata perché ci vivo pochissimo."
" Ed i
tuoi genitori qui a Milano dove abitano?"
" A Porta
Romana."
Notando la
reticenza di Mattia nel rispondere, Giada, come di sua abitudine non
insi-stette e cominciarono a parlare del Natale che sarebbe arrivato dopo una
ventina di giorni.
Alla domenica
sera Mattia rientrò a Como in quanto il lunedì mattina si doveva trovare presto
al laboratorio e non era il caso di fare una levataccia.
Al rientro in
ufficio Giada fu accolta da tutti con baci, abbracci e tantissimi complimenti
sia per il suo aspetto fisico che per il lavoro svolto. Il capo le aveva fatto
trovare sul suo tavolo un enorme fascio di rose rosse con un semplice biglietto
'Grazie'.
Commossa da
tutte queste dimostrazioni di affetto, immediatamente, si reinserì nel suo
ambiente.
La settimana
trascorse fra nuovi lavori e relative soluzioni da adottare ed ogni sera
Mattia, affettuosissimo, le faceva lunghe telefonate. Il venerdì sera venne a
Milano e trascorsero un altro fine settimana in grande intimità.
Durante la
cena, Giada disse:
" Mattia,
il Natale lo festeggiamo qui, vero?"
" Spero di
sì ma prima devo sentire i miei. Sai hanno solo me!"
" Non
potremmo invitare qui pure loro? Tanto prima o poi mi dovranno conoscere."
"
Purtroppo in questo momento mio padre non sta molto bene e non sarebbe il caso."
Notevolmente
delusa Giada non disse più nulla ma innegabile che la cosa non le fece piacere
ed il suo umore mutò. Mattia cercò in tutti i modi di farle tornare il
buonumore ma non vi riuscì.
Quando alla
domenica sera Mattia ripartì, Giada, seduta davanti al televisore acceso senza
vederlo, analizzò il comportamento di Mattia e rimase sconcertata: in Brasile
lui le aveva parlato dei suoi con un tono molto distaccato come se fossero
estranei ed ora preferiva loro a lei ma, quello che l'aveva più colpita, era
stata la netta sensazione che non volesse farglieli conoscere.
Telefonò a
Sisa, le raccontò i fatti e le chiese il suo parere. Anche l'amica rimase
stupita ma le raccomandò di non trarre affrettate conclusioni, di aspettare e
vedere.
" Comunque Giada, noi tre a Natale
siamo sole ed il tuo posto a tavola vicino a Margherita c'è sempre.
Egoisticamente sarei felice che Mattia non venisse da te perché per noi é una
tradizione passare il Natale assieme e ci mancheresti. Pensa già a qualche
scusa da raccontare a Margherita che aspetta il Natale per ascoltare le fiabe
di zia Giaia."
Deposto il
telefono Giada non poté fare a meno di pensare che quello che aveva temuto si
stava avverando: il periodo che avevano vissuto in Brasile era stato unico ed
irripetibile. Mattia, pur essendo sempre dolce ed affettuoso, non era più lo
stesso uomo e molto spesso lo vedeva pensieroso come se avesse delle
preoccupazioni. Pensava di aver diritto di sapere se qualcosa lo turbava,
fossero problemi di lavoro o di altro genere. Fra di loro c'era sempre stata
sincerità e fiducia che erano le basi principali per un buon rapporto.
Durante la
settimana Mattia le comunicò che Natale e Santo Stefano l'avrebbe
obbligatoriamente trascorso con i suoi ma che potevano festeggiare insieme la
sera della Vigilia; sarebbero andati alla Messa di mezzanotte e poi lui avrebbe
dormito dai genitori. Giada rimase malissimo e le venne voglia di non accettare
ma alla fine acconsentì.
Preparò una
cena a base di pesce come vuole la tradizione ma senza alcun entusiasmo.
Sperava in un Natale particolare vicina al suo uomo ed invece avrebbe trascorso
uno dei soliti, prevedibili Natali.
Mattia arrivò
con un enorme mazzo di gigli ed al momento di cenare Giada trovò sul piatto un
pacchettino avvolto in carta lucida rossa con un biglietto:
'Buon Natale amore e ti prego di convincerti che sei al centro dei miei
pensieri'. Aprì il pacchetto ed un enorme smeraldo era adagiato sul velluto
della scatoletta. Giada rimase imbambolata a guardarlo: non aveva mai visto una
pietra tanto bella e di un colore così intenso. Guardò Mattia:
" Ma tu
sei pazzo! E' troppo bello! Non lo posso accettare."
" E' da
quest'estate che me lo porto appresso ed aspettavo il Natale per donartelo.
L'ho acquistato in Brasile ed ho scelto una pietra degna di te che riuscisse a
farti capire quanto ti amo."
In quel momento
Giada dimenticò tutti i brutti pensieri che le erano passati per la testa in
quel periodo e si rifugiò fra le sue braccia.
" Lo farò montare,
lo metterò al dito e non lo toglierò più e se qualche volta avrò dei dubbi,
guardandolo, penserò a quello che mi hai appena detto e le mie perplessità
spariranno."
Giada gli aveva
regalato un orologio con tantissime funzioni che entusiasmò Mattia: ci volle
una buona mezz'ora per spiegargli i vari funzionamenti.
Trascorsero una
serata romantica poi andarono a Messa dopo di che Mattia accompagnata a casa
Giada andò dai suoi.
Il giorno di
Natale, come di consuetudine, Giada lo passò a casa di Sisa e si sentì in
famiglia. L'affetto che queste tre donne provavano per lei avevano in parte
sostituito la mancanza dei suoi genitori. Margherita non la lasciò un attimo e
le mostrò entusiasta tutti i doni che Gesù Bambino le aveva portato durante la
notte. Stette immobile al racconto della fiaba che Giada aveva preparato per
lei ed i suoi occhioni azzurri non lasciarono un momento il suo viso. Francesca
aveva superato se stessa preparando un ottimo tacchino alla lombarda. La
giornata trascorse serena e la compagnia di Sisa le permise di non pensare
sempre a Mattia.
La sera
dell'ultimo e del primo dell'anno, Mattia, lo trascorse con Giada: loro due
soli allegri ed euforici.
La loro vita
trascorreva così: durante la settimana lei a Milano, lui a Como, si
telefonavano e di sabato Mattia la raggiungeva. Qualche volta si tratteneva
anche la domenica ma spesso rientrava a Como avendo del lavoro da sbrigare.
Giada non era
serena perché lui non parlava mai del loro futuro. Un giorno lei, decisa a chiarire
qualche punto, gli disse a bruciapelo:
" Che cosa
ti turba Mattia? Sei sempre affettuoso ma non sei certamente quello che ho
conosciuto. Alle volte mi sembra che tu sia presente solo fisicamente ma il tuo
pensiero sia altrove. Io ricordo un Mattia che spiritualmente viaggiava sulla
mia stessa lunghezza d'onda ma ora ho perso il mio compagno."
" Hai
ragione, amore, ho grossi pensieri ma per ora non te ne posso parlare.
Sappi solamente che io ti amo, se possibile più di prima e non sei tu la
causa delle mie preoccupazioni. Spero di risolvere al più presto i miei
problemi e di poterti alla fine spiegare tutto."
Giada non
insistette oltre rispettando la sua decisione.
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